WEEK in review / Quarta giornata

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Smaltito l’agnello di Pasqua e la grigliata di Pasquetta (più o meno…) è tempo di rivisitare l’ultimo turno di campionato, che ha visto nuovamente in campo tutte e dieci le protagoniste della Prima Divisione e ha segnato un primo intermedio nella regular season: circa un terzo del torneo è infatti “in the books”, i valori assoluti cominciano a delinearsi e tra sorprese, conferme e delusioni si possono emettere le prime sentenze, almeno parziali. Era il weekend delle “classiche”, quelle partite che, sole e uniche, si giocheranno andata e ritorno, e almeno tre di esse non hanno deluso e tenuto fede all’epiteto, mostrando spettacolo e grande equilibrio.

WEEK 04: Guelfi vs Ducks © Sophia Sperandio

GUELFI FIRENZE (4-0) – DUCKS LAZIO (2-2) 33-19

I Guelfi vincono ancora, questa volta in “dramatic fashion”, al termine di una partita spettacolare vissuta su continui capovolgimenti di fronte e decisa, nell’arco di pochi minuti, da due azioni che hanno portato i Ducks dall’essere a una yard dal potenziale pareggio al soccombere 33-19. Il fumble di Rinaldi poco prima di entrare in end zone, risultato in un touchback, e la sgroppata da oltre 70 yard di Dawson nel drive successivo (il tutto oltre la metà del quarto quarto) hanno fatto la differenza, portando la quarta W in toscana e lasciando l’amaro nelle bocche dei laziali. Ma non credo che le cose capitino per caso o per fortuna: questi Guelfi giocano non grande consapevolezza dei propri mezzi, e sembrano aver trovato quel qualcosa in più che nel 2017 è mancato per riuscire a fare un campionato da protagonisti.

Una cosa è certa: i Guelfi hanno davvero azzeccato gli import quest’anno. Vannucci già si conosceva, ma con l’arrivo di Dawson l’oriundo ha ulteriormente alzato il livello di prestazioni. Il quarterback, da par suo, sembra in questo momento un’arma micidiale per l’attacco viola: con Vannucci, Almeyda e Bemmo Pogo a disposizione sul gioco aereo il big play è sempre dietro l’angolo, e quando decide di azionare le leve per correre è devastante: la lunga cavalcata per il touchdown della sicurezza lo dimostra. Continuo a pensare che manchi ancora un vero running game credibile per fare dell’attacco toscano un reparto davvero completo, ma per ora va molto bene così.

La difesa contro i Ducks ha concesso più di quello che aveva fatto in precedenza, ma era anche lecito aspettarselo, dal momento che l’attacco dei Ducks era sicuramente il banco di prova più impegnativo tra quelli incontrati. Il reparto è sembrato comunque sempre solido, con Holshoe a dirigerlo con maestria, e ha comunque lasciato il segno sulla partita sfruttando, come contro i Lions, l’opportunismo: il fumble provocato proprio ad un passo dalla propria goal line sul +8 è risultato decisivo.

Dopo il bye week a Firenze arriveranno i Seamen: i Guelfi avranno così l’opportunità di confrontarsi contro una “grande”, e avranno ancora più chiara l’idea di fino a dove potranno arrivare.

Per i Ducks è stata una sconfitta amara: i romani hanno giocato a lungo alla pari con i Guelfi, e sono stati puniti nel finale dagli episodi sopra descritti. Guardando il lato positivo, la squadra è riuscita nuovamente, come contro i Giaguari, a reagire ad un inizio difficile che li aveva visti andare sotto di due segnature, per riportarsi in partita e restarci fino alle battute finali.

Mike Gentili, e non mi stancherò mai di ripeterlo, ha dato ai Ducks una dimensione offensiva prima sconosciuta, ed è soprattutto grazie a lui che il reparto è in grado di giocare la propria partita serenamente, senza andare nel panico se l’inizio non è dei migliori: in passato, con la squadra sotto di 10/14 punti, avremmo probabilmente assistito a 40/50 lanci con ricerca frenetica del big play, strategia che spesso porta invece a dei turnover. Questi Ducks sono molto più quadrati, hanno un migliore ratio del tempo di possesso e possono mettere punti sul tabellone in ogni momento. Il finale, già raccontato più volte, è stato quel che è stato, ma questa partita non può e non deve togliere fiducia ad un reparto che fa della continuità la sua arma migliore: in futuro, giocando così, l’esito delle partite sarà diverso.

La difesa romana concede innegabilmente ai playmaker degli avversari, e contro i Guelfi non è stato diverso, ma è stata ancora una volta questione di big play, non di drive martellanti in cui ha subito guadagni continui e ripetuti: certo, bisogna ancora lavorare molto, ma anche qui il potenziale c’è. I Ducks devono lasciarsi alle spalle al più presto questa sconfitta e continuare sulla loro strada, perché quella intrapresa è sicuramente quella giusta.

I Ducks avranno ora ben due settimane di pausa prima di ricevere la visita dei Rhinos, e avranno tutto il tempo per ricaricare le batterie e presentarsi pronti alla seconda, decisiva fase della regular season.

WEEK 04: Dolphins vs UTA © Filippo Baioni

DOLPHINS ANCONA (2-1)  – UTA PESARO (0-4) 42-0

Nelgi UTA si rivede Germany e debutta Quinn, ma anche gli import non bastano ad evitare un’altra netta sconfitta. I Pesaresi reggono un quarto agli assalti dei Dolphins, per poi cedere di schianto e rimediare un’altra sconfitta, la seconda a zero della stagione. I Dolphins portano il record in positivo, e complici gli altri risultati di giornata scalano ben tre posizioni in classifica. Il campionato è ancora lungo, ma ad Ancona l’inverno sembra davvero finito e si prospetta una caldissima primavera.

Nonostante il punteggio finale questa è stata probabilmente la miglior partita giocata dagli UTA in stagione: nel primo quarto l’attacco, sempre guidato da Fiordoro in cabina di regia, è riuscito a guadagnare yard con una certa regolarità grazie soprattutto alle corse alternate di Germany e Quinn (esordio con straordinari per lui, impiegato nel doppio ruolo safety/running back), e solo due tentativi falliti di field goal hanno negato dei punti che sarebbero stati più che meritati. Sul lungo termine, però, l’attacco pesarese ha perso d’efficacia, le soluzioni sono venute a mancare ed è stato impossibile rientrare in partita dopo aver subìto i primi colpi degli avversari.

La difesa ha inizialmente retto: Quinn ha subito avuto un buon impatto sul reparto, e ha messo a segno un paio di colpi devastanti che hanno galvanizzato i compagni. Il primo touchdown concesso però, arrivato in situazione di quarto down, proprio mentre la squadra pensava di aver nuovamente fermato Dean e compagni costringendoli al field goal, ha tolto sicurezza al reparto, che da quel momento ha subìto l’attacco dei Dolphins e, complice anche il tanto nervosismo creatosi, non è più stato in grado di opporre resistenza ai dorici.

Prossimi avversari degli UTA saranno i Giants, squadra in un momento difficile dopo due sconfitte consecutive  e in cerca di riscatto: sarà un’altra partita complicata, ma i pesaresi hanno mostrato segni di risveglio, e dovessero riuscire a restare in partita più a lungo rispetto ad Ancona il finale potrebbe anche riservare sorprese.

I Dolphins si godono il Josh Dean show: il quarterback da Williamette University è stato autore di un’altra prova maiuscola, con cui ha letteralmente trascinato i suoi: oltre alla capacità di trovare a più riprese i compagni sul gioco aereo e alle doti di corridore Dean ha messo in mostra contro UTA anche un carattere eccezionale. La decisione di rimandare in side line gli specialisti pronti ad entrare in campo per tentare il field goal sul quarto e uno poi convertito con una corsa personale nel touchdown che ha sbloccato la partita (fino a quel momento complicata)  la dicono lunga sulla competitività e voglia di vincere del ragazzone biondo. Fino a che Dean riuscirà a mantenere così alto il suo livello di gioco Ancona sarà in grado di mettere punti e creare grattacapi a chiunque.

La difesa dorica, imperniata sugli import Misher e Suppa, ha nuovamente dato prova di compattezza e caparbietà: soprattutto all’inizio l’incontro non è stato dei più semplici per il reparto, che ha concesso terreno agli avversari, ma ha trovato comunque il modo di non concedere punti. Con l’andare della partita, poi, si sono trovati i corretti aggiustamenti che hanno portato ad ottenere lo shut out.

Non c’è pausa per i Dolphins, che cercheranno di sfruttare l’entusiasmo scaturito dalle due vittorie consecutive per tenere botta ai campioni uscenti dei Seamen, che arriveranno sull’Adriatico da imbattuti.

WEEK 04: Panthers vs Giants © Valentina Gallina

PANTHERS PARMA (3-0) – GIANTS BOLZANO (2-2) 36-0

Secondo esame fallito per i Giants Bolzano, che escono dalle trasferte di Milano e Parma con zero punti fatti e decisamente ridimensionati rispetto al ruolo di “terzo incomodo” che in pre-stagione era stato loro affidato. Rispetto alle vittorie contro UTA e Giaguari i Panthers hanno certamente faticato di più, ma l’ampio gap finale messo tra sé e gli avversari dimostra come i ducali siano partiti in quarta e non abbiano alcuna intenzione di rallentare.

I Giants pagano pesantemente l’inefficacia offensiva: un’altra prestazione incolore di Brown sui passaggi e la mancanza di un running game consistente condanna gli uomini di Tisma all’emissione di una sentenza; quest’anno non saranno loro ad impensierire Panthers e Seamen nella lotta al titolo. Il reparto offensivo è anche condizionato dal gioco della linea che nelle prime partite, contro avversari più abbordabili, era riuscita a mascherare le difficoltà, ma di fronte a reparti forti e quadrati come quelli di Seamen e Panthers non è stata in grado di favorire le giocate degli skill player. Ci sarà da correre ai ripari e sfruttare le prossime partite per trovare soluzioni diverse se si vuole provare a fare nuovamente la voce grossa ai playoff.

Sempre all’altezza invece la prestazione della difesa, che per buona parte della partita è riuscita a limitare i Panthers a dei tentativi di field goal, ma il ritornello è sempre lo stesso: per quanto forte e coriaceo sia il reparto, restando troppo in campo e vedendo l’incapacità dell’attacco di mettere punti alla lunga cede. Contro una squadra come i Panthers, poi, che annovera tra le proprie fila diversi talenti in grado di fare male, cedere può portare a subire passivi importanti come quello si sabato.

Nei Panthers è stata la giornata di McMakin: l’ex Nothern Iowa University ha avuto un impatto devastante sulla partita. Numerosi placcaggi, un fumble ricoperto e un intercetto riportato in end zone con tanto di tuffo (che ha portato alla creazione di un video diventato virale nell’ambiente) il suo personalissimo score, che ha contribuito non poco al risultato finale. L’impressione è che i Panthers, godendo di una difesa davvero completa e senza punti deboli in ogni settore, possano concedersi il lusso di lasciare a McMakin la libertà di leggere i giochi degli attacchi avversari senza l’onere di avere assegnamenti specifici, almeno in alcune circostanze, e questo dà la possibilità all’import di sfruttare al massimo le sue doti tecniche e fisiche. Da paura.

L’attacco dei Panthers inizialmente ha faticato a mettere punti sul tabellone, pur imbastendo drive sostenuti e arrivando nella “zona calda” del territorio avversario, ma come sempre la capacità di leggere la partita da parte del coaching staff e la tranquillità infusa dal dominio della difesa hanno consentito a Monardi & Co. di trovare il giusto ritmo con l’andare della partita, e con esso i punti. I “soliti” Duhram e Malpeli Avalli sono andati nuovamente a segno, e sul finire l’accoppiata Rossi-Pooda ha messo il punto esclamativo sul match come già fu a Torino.

Dopo una lunga pausa iniziale e un trittico di impegni senza sosta arriva un’altra doppia settimana di riposo per i Panthers, che alla ripresa saranno nuovamente di scena al Lanfranchi per affrontare i Dolphins Ancona.

WEEK 04: Rhinos vs Seamen © Andi King

RHINOS MILANO (0-3) – SEAMEN MILANO (2-0) 25-32

Il derby è sempre il derby: chi si aspettava una scorpacciata di punti dei Seamen è rimasto deluso, e ha dovuto invece assistere alla rimonta dei campioni in carica. Partiti malissimo, i marinai hanno ripreso in mano la partita e ad un certo sembravano poterla dominare: sul finale hanno invece dovuto guardarsi dal ritorno dei Rhinos, autori di una prova di cuore che nonostante la sconfitta potrebbe segnare l’inizio di un nuovo percorso in stagione.

I nero arancio hanno finalmente dimostrato che il talento in attacco c’è: il quarterback Ellison è stato in grado di imbeccare i compagni a più riprese sul gioco aereo, e rappresenta sempre una minaccia quando decide di correre personalmente. Querzola e compagni danno credibilità al running game. Essere riusciti a mettere 25 punti contro una difesa come quella dei Seamen è un enorme passo avanti rispetto alle prime uscite: il coaching staff sembra quasi aver ascoltato le mie parole di settimana scorsa, favorendo il lavoro della linea con giochi più ad alta percentuale. Le ottime prestazioni dei ricevitori, Bonanno su tutti, dimostrano che quando si riesce ad utilizzarli la squadra è in grado di fare bene. Alla fine del derby ancora non si è mossa la casella delle vittorie, ma si intravede la luce in fondo al tunnel.

La difesa ha giocato la sua partita, e all’inizio era anche riuscita ad imbavagliare il potente attacco dei cugini: la differenza la hanno fatta le giocate dei singoli, in cui in termini di valore assoluto i Rhinos pagano un grande dazio ai cugini. Anche qui però segnali incoraggianti: contro reparti meno quotati sarà sicuramente possibile fare meglio e contribuire ad importanti vittorie.

Dopo la pausa i Rhinos riceveranno i Giaguari Torino, squadra in caduta libera: sarà un’occasione da sfruttare a tutti i costi per muovere la classifica.

L’attacco dei Seamen sembra aver trovato un liet motiv per questo 2018: partenza a rilento ed esplosione successiva. Come contro Giants Bolzano alla prima di campionato e Badalona Dracs in EFL, Zahradka e compagni hanno faticato a trovare le chiavi giuste per scardinare la difesa avversaria, ma una volta trovata la quadratura del cerchio ritmo e punti sono arrivati con facilità. L’intesa tra il quarterback oriundo e Mitchell migliora di partita in partita, e parrebbe che l’unico nuovo innesto importante per l’attacco dei Seamen possa essere ancora più determinante di quanto lo sia stato Horn l’anno scorso. Bonaparte, diventato (finalmente) il feature back della squadra, ripaga la fiducia con una prestazione solida impreziosita da un touchdown. Lascia un po’ perplessi e qualche ombra il finale, in cui i Seamen sono apparsi nuovamente inceppati come all’inizio, ma non credo sia il caso di preoccuparsi: probabilmente si è trattato di un errore mentale, in un momento in cui forse si è tirato i remi in barca convinti di aver già portato a casa il risultato.

In difesa i marinai hanno sofferto più di quello che era lecito aspettarsi Ellison e compagni, concedendo giocate inaspettate. Sicuramente non una bocciatura, ma un piccolo campanello d’allarme in vista del prossimo impegno di Ancona, dove i Seamen troveranno in Dean un avversario finora apparso ancora più completo e pericoloso per gli avversari di quanto lo sia stato Ellison.

Foto Archivio di Sabrina Poloni / in primo piano Andrea Fimiani, quarterback dei Lions Bergamo

GIAGUARI TORINO (1-3) – LIONS BERGAMO (1-2) 12-16

I Giaguari perdono nei secondi finali una partita incredibile, a lungo condotta e letteralmente gettata alle ortiche: dopo l’entusiasmo del pre-stagione e la vittoria all’esordio contro i Dolphins i torinesi hanno portato a tre la striscia di risultati negativi consecutivi, mettendo seriamente a rischio le speranze di playoff. I Lions invece riescono, grazie alla caparbietà e alla capacità di non mollare mai, a portare a casa la prima vittoria stagionale e a dare un nuovo senso alla loro stagione.

L’attacco dei Giaguari si è trasformato nel corso della partita da Dr. Jekyll a Mr. Hyde: dopo un inizio convincente, fatto di un lungo drive conclusosi con il touchdown di Hale, e dopo essere arrivati nuovamente a ridosso della goal line dei Lions allo scadere del primo tempo, è sembrato che nel coaching staff torinese sia subentrata una confusione totale. Con tre yard da guadagnare per segnare tre dubbie chiamate che non hanno mai coinvolto il forte running back ex California (una corsa esterna per l’agile ma leggero Moumine e due lanci incompleti) hanno costretto i Giaguari ad accontentarsi di un field goal. Nel secondo tempo i gialloneri non sono mai riusciti a costruire drive sostenuti, per i quali l’infortunio occorso al quarterback Venuto è solo a parziale scusante. Hale è stato utilizzato più spesso come wide receiver che come running back, con pochi risultati.

La difesa, da par suo, ha contenuto abbastanza bene l’attacco avversario, intercettando Fimiani ben due volte, ma nel momento chiave non è riuscita a fermare l’unica arma che davvero sembravano avere gli orobici: le corse del loro giovane quarterback. Con la partita “on the lineFimiani ha chiuso su corsa un quarto e undici, aprendo la strada al touchdown decisivo di Garetto.

Come anche già annunciato dal Presidente Cecchi, ci saranno parecchi cambiamenti nelle due settimane che mancano alla prossima sfida contro i Rhinos, e penso che siano assolutamente d’obbligo per raddrizzare una stagione nata sotto buoni auspici ma che in questo momento sembra persa.

I giovani Lions muovono la classifica, sfruttando gli errori degli avversari e quella stessa caparbietà che  aveva  permesso loro di restare in partita a Firenze, scrivendo stavolta un finale diverso.

L’attacco è riuscito a segnare due touchdown, l’ultimo dei quali decisivo, ma è ancora sembrato un work in progress: il nuovo import Morris era arrivato da troppo poco tempo per lasciare un’impronta importante sulla partita, e sui passaggi Fimiani ha ancora molto da lavorare. Per lui  pochi completi e due intercetti, di cui uno tutto sulle sue spalle, sono ancora troppo poco per tenere in partita la squadra contro avversari di livello, ma la dimensione che riesce a dare al running game, insieme alla solidità di Garetto, consentono al reparto di costituire comunque una discreta minaccia.

La difesa si è ben comportata: dopo un inizio complicato ha retto bene l’urto dei Giaguari, e la goal line stand alla fine del terzo quarto è risultata determinante per il conseguimento della vittoria. Soprattutto nel pacchetto di linebacker, i Lions possono costruire qualcosa di importante, ma è necessaria un’ulteriore crescita per puntare a traguardi importanti.

Dopo la sosta i Lions faranno visita ai Dolphins Ancona: sarà una tappa importante per capire se la rondine di Torino possa fare primavera o meno…

Dario Aviano

Foto di Sophia Sperandio, Filippo Baioni, Andi King, Valentina Gallina, Sabrina Poloni

Foto cover di Andi King

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