Lo spirito Guerriero

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WARRIORS BOLOGNA: un ragazzo di 40 anni orgoglioso di essere bolognese

4a ed ultima puntata

E così, dopo aver ricordato il giorno della nascita ufficiale dei Warriors, delle difficoltà di reperire i materiali e di qualche curiosità relativa alla prima partita giocata, la chiusura del nostro percorso di avvicinamento al compleanno guerriero si riferisce a qualcosa di più intimo e parla di quel sentimento che permane nell’animo di coloro che, ad ogni titolo, per un momento della loro vita, hanno incrociato i propri destini con quelli dei ragazzi Blue.

Per fare un lavoro fatto bene sarebbe stato opportuno chiamare ad uno ad uno tutti i protagonisti e farsi raccontare direttamente da loro aneddoti e/o ricordi di tante giornate passate insieme sia dentro che fuori dai campi di football di mezza Italia.
Purtroppo, per questa occasione, non è stato possibile realizzarlo (chissà se ci sarà qualcuno che vorrà/potrà farlo in futuro).

Oggi ci limitiamo a ricordare in maniera più generale quello che una storia sportiva è stata in grado di costruire e del perché alla fine, come avviene spesso nei migliori copioni dei film che parlano di sogni da realizzare, il significato di questa storia nel suo complesso ha superato il valore dei singoli attori che l’hanno scritta.

Tutti sanno che in qualsiasi organizzazione c’è sempre una leadership che conduce il percorso verso il raggiungimento dell’obiettivo prefissato, ma ricordando i primi quaranta anni dei Warriors solo chi li ha vissuti in prima persona forse può ben comprendere che nulla sarebbe stato possibile solo grazie al lavoro dei migliori interpreti da soli.
Dietro ogni piccola o grande leadership c’è sempre stato l’impegno di un gruppo; dietro ad ogni touch down di un giocatore c’è sempre stato il lavoro di tanti e non solamente di quelli in campo.
Questo lavoro comincia già molto prima rispetto all’inizio della partita, ossia da quando, mesi prima dell’evento, qualcuno pensa a cosa si deve fare per creare un Team vincente.
Se poi da quel progetto nascono business o chissà quale tipo di successo, forse importa anche un po’ meno. Quello che realmente conta è che sia stata condivisa ed intrapresa una strada con l’intento comune di realizzarla.

Così è per molti sport, lo sappiamo bene, ma chi ha vissuto il percorso guerriero sa a cosa ci riferiamo; al nostro mondo pieno di passione, alle tante serate passate a sognare a cosa avremmo potuto fare e a cosa saremmo potuti diventare se qualcuno avesse creduto in noi.
Ebbene, nei Warriors Bologna, oltre ai giocatori, ha creduto anche una intera città: la nostra Bologna, già così piena di basket e calcio, ma dal cuore così grande da aver posto anche per il football americano, naturalmente dalla parte più blu, quella venosa, per intenderci.

In tanti anni di passione ed impegno certe volte ci siamo lamentati della scarsa attenzione dei media, del precario stato dell’impianto di gioco, dello scarso interesse degli sponsor e così via, per poi accorgerci che i giornali, la radio e la TV parlavano di noi quando avevamo veramente qualcosa da raccontare, che il nostro campo, quello della Terra degli Elfi Guerrieri, probabilmente tra i meno belli d’Italia, era però anche quello dove le altre squadre volevano venire a giocare perché il football, da noi, si vive al 100% sia sul terreno di gioco che tutto intorno grazie ai nostri fantastici tifosi, che i Warriors possono costantemente contare sull’amicizia di un gran numero di partner commerciali che vogliono abbinare il proprio logo a quello del guerriero dal casco alato, e lo fanno con l’orgoglio di appartenenza che li rende un po’ guerrieri anche loro.

Tutto questo è un po’ lo Spirito Guerriero, riservato da Bologna alla nostra storia e che la città ci riconosce con lo stesso orgoglio con cui noi la rappresentiamo quando viaggiamo da Palermo a Bolzano, da Torino a Trieste.
E poi é vero; a volte si vince, a volte si perde, ma sempre nel nome della nostra Terra.
Molti giocatori sanno bene cosa significa rientrare la mattina presto del giorno dopo la partita in trasferta, magari all’ora dell’alba e vedere il profilo di San Luca che li aspetta. Dal colle Bologna non ti chiede se hai vinto, ma ti dice soltanto grazie per aver fatto del tuo meglio per rappresentare la città.

Ed è lo stesso grazie che noi diciamo a Bologna per averci fatto nascere, averci cresciuti e sostenerci ancora oggi che avremmo così tanta voglia di tornare in campo ma la situazione non ce lo consente ancora.
Ma quando arriverà quel giorno, saremo prontissimi ad urlare il nostro Spirito :

Go Blue Go Warriors

14 gennaio 2021 – I Warriors compiono 40 anni

 

Ufficio comunicazione Warriors Bologna

foto repertorio Sophia Sperandio

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