Seamen: Bentornato Santa!

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I Cisalfa Seamen sono felici d’annunciare il ritorno in squadra, a partire dai play off, di Gianluca Santagostino, uno dei talenti più cristallini mai usciti dal vivaio blue navy, protagonista assoluto per quattro anni, nel ruolo di ricevitore, del campionato di college messicano con la maglia delle Aguilas dell’universitàdi Chihuahua. Di seguito la nostra intervista:

Ciao Gianluca. A nome di tutto il popolo blue navy bentornato ! Impossibile descrivere la nostra felicità nel vederti rientrare a Milano. Quale’è la tua prima sensazione nel tornare a indossare, a partire da questiplay off, la maglia dei Marinai?

«L’emozione é tanta, la voglia di fare bene ancora di più. Felicissimo di rientrare a Milano e condividere il campo, un’altra volta, con i miei Seamen Milano».

Da Xavier Mitchell a Stefano Di Tunisi, da Ismail Lamamra a Pietro Previtali e Andrea Fiammenghi, ma la lista è certamente più lunga. La batteria dei ricevitori dei Cisalfa Seamen è nutrita e di grande qualità. Il tuo ritorno farà innalzare ulteriormente il livello. Cosa sai dei tuoi compagni di reparto e come giudichi gli attuali Seamen e il loro staff tecnico?

«I ragazzi della squadra sono fenomenali. Li conosco praticamente tutti e ho avuto anche la possibilità di giocare con la maggior parte di loro, a cominciare da Lorenzo Vezzoli #3 e Giacomo Silvestri #55, compagni dal 2009. Mi sto rendendo conto che il livello è migliorato negli ultimi anni. Nonostante la lontananza ho seguito la squadra, dal 2015 ad oggi ed è chiaro che ci sono stati tanti progressi. Spero di poter essered’aiuto alla squadra, non solo nella fase di gioco, ma anche dal lato psicologico e morale. So che é stato un campionato lungo e la stanchezza s’inizia a far sentire».

Domanda scontata. Qual è il tuo più bel ricordo in maglia blue navy prima di volare in Messico?

«Sono tanti i ricordi in maglia blue navy e sceglierne uno é difficile. Sicuramente la vittoria nel campionato under 21 del 2010 e il tricolore IFL, conquistato nel 2014, rappresentano i ricordi più belli. Più che ilrisultato in sé, la cosa che rende speciali questi ricordi é il percorso fatto per raggiungere l’obiettivo».

Nel campionato di college messicano hai fatto faville. Puoi ricordare agli appassionati riconoscimenti e titoli che hai conquistato, individualmente e con la tua squadra?

«I miei quattro anni in Messico sono stati davvero importanti, come giocatore e come studente. I riconoscimenti sono stati principalmente due: il primo essere stato nominato capitano della squadra e il secondo aver ricevuto il titolo come miglior studente/atleta della stagione 2017, grazie ai risultati conseguiti in campo e in aula. Con la squadra, nel 2015 e 2016, siamo arrivati tra le prime quattro squadre della nazione, giocandoci due semifinali davanti a migliaia di persone. Un’esperienza davvero emozionantee motivante. Non esistono pero riconoscimenti, titoli e vittorie che possano essere comparati con ilbagaglio d’esperienza che mi ha regalato quest’avventura, unica e irripetibile».

Quali sono le differenze qualitative e organizzative tra il campionato di prima divisione italiano e il mondo dei college messicano ?

«In Messico il football americano é un lavoro vero e proprio, per coach, dirigenti, trainers, etc. Per gli studenti si tratta invece di un’opportunità, grazie alle borse di studio, per poter creare basi solide per ilfuturo, anche nel mondo dello sport. Non a caso attualmente la CFL conta numerosi giocatori messicani. I soldi che girano sono tanti e ciò si riflette anche nella qualità e nell’organizzazione di una squadra. Ogniuniversità ha la sua filosofia, però, fondamentalmente, le differenze principali tra campionato italiano e messicano sono le seguenti (riporto ciò che avviene in Messico):

  • 4/5 giorni di allenamenti a settimana (sessioni teoriche giornaliere)
  • attrezzatura per tutti i giocatori
  • viaggi comodi (si arriva nel luogo dove si disputa la partita uno o due giorni prima)
  • media molto presenti (TV nazionale )
  • forte interesse per il football da parte della società»

Sappiamo che ti sei mantenuto in forma. Come giudichi il tuo stato in questo momento?

«Ho ripreso l’attività ai primi di marzo. Dopo una pausa “obbligatoria”, per problemi fisici, ho recuperato ilmio peso forma, secondo me quello ideale (94 kg per 190cm d’altezza) e attualmente sono un “coach attivo”. Alleno i ricevitori dell’università e mi sottopongo alle sessioni anch’io per non perdere il ritmo. Misento bene fisicamente, ma sopratutto mi sento molto motivato e determinato».

Luke Zahradka è uno dei simboli di questa squadra. Hai avuto modo di vedere giocare il quarter back colquale dovrai trovare l’intesa? Come lo giudichi?

«Luke é assolutamente uno dei QB più forti, in circolazione in Europa. Da anni è riuscito a inserirsi nel mondo del football europeo senza problemi e sta ancora migliorando, stagione dopo stagione. Lo seguo dal 2015 quando giocava con i Dolphins Ancona. Ho avuto anche la possibilità di ricevere un paio di palloni lanciati da lui durante un raduno della nazionale».

L’ultima domanda è in realtà uno spazio libero. Se vuoi mandare un messaggio al popolo blue navyquesto è il momento!

«Mi siete mancati…. Nos vemos pronto! Besos a todos!»

Ufficio Stampa Seamen Milano

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