WEEK in review / Quinta giornata

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La quinta giornata segna il giro di boa della regular season in Prima Divisione, e per le squadre è il momento di cominciare a tirare le prime somme e tarare l’asticella delle aspettative per la seconda, fondamentale parte del campionato. I Seamen Milano vincono in scioltezza lo scontro al vertice con i Guelfi Firenze, i Lions Bergamo vincono ancora una volta sul filo di lana, con vittime i Dolphins Ancona, i Giaguari Torino non escono dalla crisi e lasciano il passo alla rinascita dei  Rhinos Milano, i Giants Bolzano si rilanciano a scapito dei derelitti UTA Pesaro. Ancora una volta tantissimi spunti, dunque: questa la mia analisi della settimana.

WEEK 05: Guelfi vs Seamen © Andi King

GUELFI FIRENZE (4-1) – SEAMEN MILANO (4-0) 7-56

I Guelfi steccano clamorosamente la prima vera partita di alto livello, e vengono annichiliti dai Seamen Milano, che espugnano Firenze con un perentorio 56-7. Finisce dunque il sogno di imbattibilità dei toscani, che sì tornano sulla terra ma possono ancora contare su un record che permette loro di affrontare la seconda metà di stagione con una certa tranquillità. Per quanto riguarda i Seamen, dopo un’altra prova di forza impressionante, sembra possano fare campionato a sé con i Panthers, e l’unica grande attesa per loro è quella dello scontro diretto con i ducali.

L’attacco dei Guelfi parte davvero male: dopo quattro partite senza turnover questo il loro score nei primi tre drive: punt, fumble, fumble. Oltre ad essere costati in termini di punti subiti, i due turnover hanno impedito ai gigliati di trovare le solite geometrie: andati in affanno e costretti ad inseguire i toscani sono apparsi confusionari ed anche un po’ spuntati. Neanche Dawson, al di là di qualche sortita personale su corsa, è riuscito ad incidere come al solito. Troppo poco per impensierire una squadra completa come i Campioni uscenti.

Priva di Holshoe, dopo aver subìto un touchdown al primo drive offensivo degli avversari la difesa dei Guelfi ha avuto un sussulto, quando è riuscita in due occasioni consecutive a limitare i milanesi ad un field goal, ma poi è crollata. Questa volta il front seven non è stato in  grado di mettere la consueta pressione sul quarterback, e limitare le tante, troppe armi  dei Seamen si è rivelato impossibile. Mitchell era imprendibile, e ad un certo punto è sembrato che i Guelfi alzassero proprio bandiera bianca, impossibilitati a porre la benchè minima resistenza. Forse il reparto non è a livelli così alti come è sembrato nelle prime uscite, ma il suo valore non può essere neanche quello emerso in questo incontro, perso per KO tecnico prima della fine del primo tempo.

Per i Guelfi è in arrivo una trasferta difficile, a Bolzano contro i Giants. Imperativo dimenticare subito il primo scivolone stagionale e tornare al lavoro più alacremente che mai.

I Seamen questa volta non si dimenticano di giocare anche il primo tempo, e l’attacco parte subito con il piede sull’acceleratore: un super Mitchell, autore di tre touchdown, è sempre più nel vivo del gioco dei Seamen, e Zahradka gongola. Il quarterback oriundo gode di ottima protezione da parte della linea, e ovunque decida di mettere l’ovale sa di poter contare sul terminale. Di Tunisi, Lamamra e Fiammenghi, oltre a Mitchell, sono ottimi ed affidabili ricevitori, e coprire tutti è pressoché impossibile. Anche il running game funziona, con Bonaparte che va ancora a tabellino. Sul finale dentro le seconde linee, che trovano altri punti sull’asse Crosta-Nuzzi.

La difesa dei Seamen, dopo aver ricevuto qualche critica nel dopo-derby, lascia a zero i Dolphins e Dean prima e a sette, con il touchdown concesso ormai in garbage time, i Guelfi e Dawson. Qualche sgroppata, indolore, al colored toscano è stata concessa, ma è oramai appurato che dopo Ellison i marinai hanno capito come ingabbiare i dual threat quarterback avversari. La linea domina, pur priva di Dalle Piagge, e i defensive back giocano in sicurezza. Un muro.

Nel prossimo impegno i Seamen affronteranno in casa i Giaguari Torino, che forse saranno in grado di schierare il nuovo acquisto Luke Rubenzer in cabina di regìa: sulla carta impegno facile, ma i milanesi sanno che non bisogna mai affrontare la guardia, anche perché la giornata successiva sarà il momento chiave del big match con i Panthers Parma.

WEEK 05: Dolphins vs Lions © Claudio Bugatti

DOLPHINS ANCONA (2-3) – LIONS BERGAMO (2-2) 21-22

La seconda sconfitta consecutiva dei Dolphins coincide coincide con la seconda vittoria consecutiva dei Lions, che rimescolano completamente le carte in chiave playoff. Per la seconda volta in altrettanti impegni gli orobici vincono sul filo di lana dopo aver inseguito a lungo gli avversari: i Lions sono giovani, ma non difettano certo di carattere. La sconfitta è davvero amara per i Dolphins, che devono ora cercare di non scomporsi ed andare avanti: le carte da giocare sono ancora tante, così come le possibilità di centrare i playoff.

L’attacco dei Dolphins sembra in una fase leggermente involutiva rispetto alle prime uscite: l’assenza di Marchini pesa, ma Dean sembra non essere più molto a proprio agio nel mettere palla per aria. Dopo una prima parte di gara sui soliti standard, l’import ha inanellato una serie di errori non da lui: i due intercetti, di cui il secondo fatale, rappresentano un campanello d’allarme importante: bisogna correre ai ripari per non rischiare di perdere ulteriore terreno dalle dirette concorrenti ai playoffs. Il quarterback dorico ha invece fatto bene, come sempre, sulle corse, ben coadiuvato da Gatto, e si è rivisto Misher schierato in wildcat in situazione di goal to go, con ottimi risultati come in precedenza.

La difesa, dopo aver subìto il primo touchdown su lancio in maniera rocambolesca (palla toccata da due difensori dorici prima di arrivare nelle mani di Bonzanni), ha preso in qualche maniera le misure ai Lions, ma ha patito forse più del previsto le scorribande di Fimiani. Bene dopo l’infortunio del quarterback orobico, ma con un unico, gravissimo neo: aver concesso la ricezione con lungo guadagno dopo la stessa di Garetto nei secondi finali, viatico del field goal decisivo di Locatelli. Continua ad impressionarmi la continuità di Pignataro, autentico leader del reparto insieme a Misher. Se Ancona riesce a limitare gli errori nei prossimi scontri diretti la difesa potrebbe risultare l’arma in più.

I Dolphins dovranno ora andare a far visita ai Panthers Parma: non certo la partita più facile per invertire il trend negativo…

I Lions tornano da Ancona con ulteriore convinzione nei propri mezzi: cambiano gli attori (almeno nel finale), ma non il risultato. In una maniera o nell’altra i ragazzi di coach Adam Rita hanno trovato il modo di mettere in parità il proprio record, creando ulteriore hype in vista dei prossimi impegni.

In attacco, Fimiani ha fatto il bello ed il cattivo tempo: per lui un touchdown pass e le ormai “solite” corse risolutive, ma anche un infortunio verso la metà del quarto periodo. Non so quanto grave possa essere, ma un’eventuale assenza di Fimiani potrebbe pesare non poco sugli equilibri offensivi della squadra. L’episodio deve far pensare al coaching staff di trovare nuove soluzioni per preservare il giovane talento, che in quattro partite ha corso un numero esagerato di volte, sottoponendosi alle “punizioni” fisiche degli avversari. L’esordio nel finale di gara di Cory Soto in cabina di regia è stato luci ed ombre. L’import finora utilizzato in difesa non mi ha impressionato, ha commesso diversi errori, ma è stato comunque in grado di mettere a segno il big play su Garetto che ha dato la possibilità alla squadra di avvicinarsi alla “zona Locatelli” e ha gestito molto bene il tempo nelle battute finali, dimostrando un’ottima presenza mentale oltre che un’adeguata conoscenza del gioco.

Difensivamente i Lions mi hanno impressionato positivamente: contenere Dean non era facile, ed in effetti più di qualcosa hanno lasciato sul campo all’import dorico, ma sono riusciti ad essere opportunisti nel creare turnover multipli e a reggere nei momenti topici della partita. Ottima la prova di Furghieri, abile a mettere a segno un intercetto e precisissimo nel fondamentale del placcaggio. La linea ha vinto più di un duello contro quella dei Dolphins mentre la secondaria, nonostante abbia commesso alcuni errori, ha contenuto bene i ricevitori avversari. Il reparto è in crescita, e la novella arriva più lieta che mai ora che si entra nel vivo della stagione.

Nel prossimo turno i Lions riceveranno la visita degli UTA Pesaro fanalino di coda: imperativo vincere, per portare il record in positivo, aumentare ulteriormente la confidenza nei propri mezzi e guadagnare terreno nei confronti delle rivali per i playoff.

WEEK 05: Rhinos vs Giaguari © Andi King

RHINOS MILANO (1-3) – GIAGUARI TORINO (1-4) 33-14

I Giaguari regalano un intero tempo di gioco ai Rhinos, bravi ad approfittarne, ed incassano la quarta sconfitta consecutiva. Nel secondo tempo i torinesi hanno provato a rifarsi sotto, ma troppo tardi e quando ormai il gap era incolmabile. Dopo la sconfitta di misura nel derby i Rhinos continuano la loro parabola di crescita, si godono la prima vittoria in campionato ed iniziano a mettere nel mirino le squadre davanti per provare a rientrare nella bagarre playoff.

L’attacco dei Rhinos ha giocato un primo tempo quasi perfetto: Ellison godeva di ottima protezione e ha innescato con regolarità i propri ricevitori, tra i quali Arioli è stato senza dubbio il “go-to guy”. Quasi tutte le ricezioni del numero 11 milanese sono coincise con primi down od ottimi guadagni. Quando a proprio agio il quarterback colored ha dimostrato di essere anche un ottimo passatore oltre che corridore, ma nel secondo tempo, in cui i Giaguari hanno mischiato le carte inserendo Hale come defensive end, la musica è cambiata: la pressione portata su Ellison e l’infortunio del runningnback Querzola (seppur ben sostituito dall’oriundo Napolitano) hanno un po’ inceppato il reparto. Gli avanti milanesi sono stati comunque bravi a trovare un drive da touchdown nel finale utile a frenare definitivamente il tentativo di rimonta dei Giaguari.

La difesa nero-arancio ha praticamente annullato l’attacco avversario nel primo tempo, fermando subito Morelli e contenendo l’esordiente Rubenzer a qualche corsa personale. Nel secondo tempo, però, quando l’ex California ha cominciato a carburare, ha sofferto molto di più e ha iniziato a concedere ai Giaguari. Qualche drop di troppo dei ricevitori torinesi ha coperto alcune lacune della secondaria, brava però a reagire nel momento più delicato della partita, mettendo a segno un intercetto chiave dopo che i Giaguari avevano segnato due touchdown consecutivi e recuperato palla con la possibilità di tornare davvero in partita. Ottima la prova dell’ex Conroy, molto impegnato nell’inseguire sia Rubenzer che l’agile running back Moumine.

I Rhinos dunque rialzano la testa, e per loro il prossimo impegno in terra romana contro i Ducks diventa fondamentale: una seconda vittoria consecutiva infatti li farebbe definitivamente rientrare in corsa per i playoff.

Per i Giaguari il motto della settimana potrebbe essere: “troppo tardi”. Troppo tardi i felini piemontesi hanno iniziato a carburare in partita per poterla raddrizzare, troppo tardi forse è arrivata la decisione di cambiare completamente direzione con coaching staff e quarterback. La prova di Rubenzer, considerate le poche ore a disposizione del nuovo import per imparare gli schemi e conoscere i compagni, è stata ottima, e chissà cosa sarebbe potuto essere se il secondo Golden Bears a roster fosse arrivato prima.

L’attacco torinese ha avuto bisogno di un tempo per ingranare: affidato inizialmente a Morelli, il reparto ha prodotto zero, non lasciando altra scelta al coaching staff se non quella di forzare l’ingresso negli schemi offensivi di Rubenzer e gettarlo nella mischia. Dopo un paio di drive di “studio”, il nuovo import ha fatto capire che il talento c’è eccome, e ben supportato dal runnng back Moumine nel backfield è stato in grado di dar ritmo e sostenere lunghi drive. I presupposti per l’ottenimento di ottimi risultati nelle prossime partite, quando l’intesa con i ricevitori e la conoscenza del sistema aumenteranno ci sono tutti, ma come detto, la speranza dei Giaguari è che non sia troppo tardi.

Per i Giaguari la sconfitta di Limbiate è sicuramente da addebitare al reparto difensivo: per l’intero arco del primo tempo la retroguardia giallonera è sembrata non capire nulla, concedendo ai Rhinos guadagni e segnature “at will”. Più che mancanza di doti è sembrata la saga dell’errore, in cui a turno i componenti del reparto ne combinavano una: assegnamenti errati, placcaggi sbagliati, penalità sanguinose. Decisamente sottotono Michitti, e forse questo ha inciso sulla prestazione globale del reparto. Nel secondo tempo, grazie anche all’impiego di Hale come defensive end, a tratti devastante, c’è stato un risveglio ma, come da motto, troppo tardi.

Nel prossimo turno i Giaguari saranno impegnati nella seconda trasferta milanese consecutiva, questa volta contro i Seamen. Dubito che possa essere questa la partita del riscatto torinese, che a questo punto dovrà sperare di fare filotto negli ultimi quattro impegni per sperare in un piazzamento playoff in extremis.

WEEK 05: UTA vs Giants © Valentina Gallina

UTA PESARO (0-5) – GIANTS BOLZANO (3-2) 14-48

I Giants rialzano la testa: dopo le due sonore sconfitte rimediate da Seamen e Panthers gli alto atesini passano agevolmente a Pesaro e si rilanciano come principale candidata al terzo posto finale. Per gli UTA ennesima sconfitta, ma con segnali di risveglio offensivo: con Germany quarterback il gioco aereo non ne ha giovato, ma l’imprevedibilità sulle corse sì: 14 punti segnati sono il miglior score stagionale, per di più contro un’ottima difesa come quella dei Giants.

Dopo aver ricevuto più di una critica da parte mia per le ultime prestazioni, Brown si riprende la scena e risulta l’autentico mattatore della partita: cinque touchdown lanciati e due segnati su corsa, di cui uno da oltre 60 yard, il suo impressionante tabellino finale. Senza Bonacci il suo target preferito è risultato essere Gregorio, e l’ex Lions ha ripagato la fiducia ricevendo ben tre dei cinque touchdown lanciati dall’import ed andando in tripla cifra in termini di yard guadagnate. La linea ha tenuto, e quando il “fronte” funziona il reparto gira. Il lavoro da fare adesso è quello di trovare continuità per arrivare preparati alla seconda fase della stagione, quando le partite saranno da dentro o fuori.

Il reparto difensivo concede qualcosa di troppo all’esuberante Germany, ma ha comunque mostrato la solita solidità e concretezza. Ad alcune lunghe corse dell’import pesarese, infatti, fanno da contraltare i ben 5 sack messi a segno, di cui 3 opera di Steward, finalmente incisivo quanto ci si aspetta. Oltre al “solito” Ricchiuti sugli scudi anche Bilcari, risultato leading tackler della squadra in questa partita. Tisma sa che può continuare a contare sulla sua difesa anche nel proseguo della stagione, senz’ombra di dubbio.

Importantissimo il prossimo impegno dei Giants: a Bolzano arrivano i Guelfi Firenze, che come loro hanno dimostrato di non reggere il ritmo delle migliori, ma che sono comunque forti di 4 vittorie: imporsi significherebbe appaiare i toscani al terzo posto, con il vantaggio dello scontro diretto.

Gli UTA Pesaro recuperano Germany, quest’anno molto sfortunato in termini di infortunio, e decidono di lanciarlo come quarterback: come già detto sul gioco aereo non si sono apprezzati cambiamenti fondamentali, ma sulle corse certamente sì. Togliendo alla difesa avversaria la possibilità di “puntare il mirino” sull’import come quando era schierato running back, gli UTA hanno lasciato spazio all’estro di Germany, che ha ripagato. Tra guadagni e perdite il netto finale delle yard guadagnate dall’import, che tra l’altro giocava da ex, è inferiore alle cento unità, ma sono arrivati due touchdown. Mettere punti sul tabellone (lapalissiano) è fondamentale, e questa soluzione è sembrata a migliore per arrivare all’obiettivo. Decisamente in affanno la linea, purtroppo, che aveva comunque di fronte uno dei migliori reparti difensivi del campionato. Si riuscisse ad effettuare gli aggiustamenti necessari nelle prossime partite il reparto potrebbe ulteriormente crescere.

In difesa gli UTA continuano a concedere troppo: i pesaresi non hanno trovato alcuna contromossa a Brown, e la prima lunga corsa del quarterback avversario, a segno dopo una sgroppata di oltre 60 yards ad inizio secondo quarto, ha dato il via al dilagare dei Giants. Anche Quinn, dopo un esordio positivo, è sembrato fuori posizione più di una volta, e non è riuscito a fare la differenza. Così non va, e il rischio è quello di rendere vani gli sforzi offensivi di guadagnare competitività. Se gli UTA non trovano la maniera di tenere gli avversari nel punteggio vedo davvero difficile il conseguimento di una vittoria in stagione.

Domenica prossima Pesaro andrà a far visita ai Lions Bergamo, squadra che sta trovando sempre più confidenza dopo aver centrato due vittorie consecutive: sarà di nuovo dura.

 

Dario Aviano

 

Foto di Andi King, Valentina Gallina e Claudio Bugatti
Foto cover di Andy King

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