40 anni Warriors, ep.II: L’equipaggiamento tecnico

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Per quanto il football americano sia uno sport meraviglioso, pieno di valori e di passione, purtroppo ha un grosso problema: l’onerosità ed il reperimento dell’attrezzatura tecnica di gioco.

Negli anni ’80, reperire il materiale necessario per le partite in Italia era quasi impossibile. Chi possedeva qualcosa, generalmente, o era stato negli States, oppure aveva un parente o un amico in grado di poterlo trasportare.
Finchè si trattava di una maglia o di un pallone, la cosa era ancora possibile, ma avete un’idea di cosa poteva significare trasportare in aereo un casco od una spalliera? Mica si potevano sgonfiare.
Quindi, per quasi tutti i primi praticanti, gli allenamenti erano sostenuti solo con una classica tuta sportiva e niente di più.
Ma anche in questo caso, venne in soccorso il QB, presidente, ideatore ecc…., il mitico Antonio Simone, per tutti Simon.
Probabilmente da Ferrara, o non sappiamo bene da dove, con lui arrivò il pallone da football, quello vero.
Che strana cosa. A parte il fatto che erano più i bitorzoli sparsi in superficie che i punti della cucitura, qualcuno dei più “esperti” confermò che i palloni erano fatti proprio così (bhò!); ma tanto non c’erano problemi di grandi smentite, nessuno ne aveva mai visto uno prima, la gente iniziò a lanciare questa strana palla che andava dappertutto tranne che nella direzione desiderata.

Ma quanto è lungo questo pallone, domandò qualcuno? Mah, all’incirca saranno una trentina di centimetri, quasi come un piede di un ragazzo normale. Infatti si chiama FOOTBALL (piede/palla) disse qualcuno, immaginando di fare una battutaccia. Verissimo. Fu così che i primi guerrieri impararono che il loro amato sport si chiamava in questo modo perchè, in USA, il foot (o piede) è una misura specifica di circa 30 cm. e che dava anche il nome allo sport indicandone il significato: lo sport della palla lunga un piede. Grande !


Ma gli helmets e le shoulder pads, che poi altro non erano che i caschi e i paraspalle, dove si trovavano?
A Milano naturalmente, dove si trova tutto. Nel centralissimo Corso Venezia, vicino a S.Babila c’era un negozio sportivo che vendeva l’equipaggiamento da football: Brigatti Sport.
E fu così che una rappresentanza dei guerrieri partì, con un po’ di soldi in tasca raccimolati tra alcuni giocatori, alla volta di Milano.

La storia ci racconta che, almeno in uno dei vari viaggi, l’equipaggio era composto da tre ragazzi compreso Daniele accompagnato dalla meravigliosa figlioletta Elisa di pochi anni.
I tre, effettuati gli acquisti, portarono fuori dal negozio una pila di spalliere in attesa dell’arrivo dell’auto per caricarla nel baule.
Lungo l’elegante marciapiede, passarono una signora con il figlio di circa 10 anni, che chiese alla mamma: “Mamma cosa sono queste cose?” e la signora, con un tono sommesso di voce, rispose “sono delle cose che si mettono sulle spalle dei bambini che non camminano bene ed hanno la schiena storta”.
I tre ragazzi, ammutoliti dalla risposta della madre, rattristati dalla situazione, caricarono il materiale e partirono per rientrare a Bologna in silenzio.
Fino a quando Daniele urlò: “Cavolo , ma dov’è l’Elisa ??”.
Era rimasta dentro uno scatolone all’interno del negozio giocando beata senza accorgersi di nulla. Nessun problema, brusca retromarcia e via a riprendersi quanto dimenticato ……. ma almeno le attrezzature erano salve !

Al primo allenamento successivo all’acquisto, i ragazzi iniziarono ad indossare le spalliere; metà erano al contrario, e l’altra metà non sapeva come chiuderle, ma l’importante era che i Warriors avevano fatto un ulteriore passo in avanti verso la Storia.
Piano piano arrivarono anche i primi caschi, ognuno di un colore diverso perchè così se ne trovavano in giro.
E da qui un’altra domanda che poi ha contraddistinto un aspetto della storia guerriera: smettiamo di sembrare Arlecchino e decidiamo un solo colore per i futuri caschi.
Blu, bianco, grigio… alla fine vinse il bianco perché qualcuno era a conoscenza di una partita di elmetti in arrivo a Lugano tutti bianchi.
E così, via per la Svizzera alla caccia di nuove avventure.

In qualche mese la Banda Bassotti guerriera si trasformò in una sorta di Team anche dal punto di vista di vista dell’abbigliamento tecnico.
Ed un’altra pagina di storia era stata scritta.

Bologna 14 gennaio 2021 – I Warriors compiono 40 anni

 

Ufficio Comunicazione Warriors Bologna

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