Ci è voluta l’ultima giornata di regular season per sciogliere la matassa in classifica e conoscere gli accoppiamenti del turno di wild card game dei prossimi playoff di Prima Divisione: i verdetti condannano Rhinos Milano e Lions Bergamo e promuovono Ducks Lazio, Dolphins Ancona e Guelfi Firenze. I Ducks vincono a Bergamo prendendosi il quarto posto ed il diritto di giocare in casa il primo turno playoff, dove ospiteranno i Dolphins Ancona. I Giants Bolzano, già terzi sabato sera dopo aver saputo della vittoria dei Panthers Parma a Milano contro i Rhinos, se la vedranno allo Stadio Europa con i Guelfi Firenze che centrano la prima, storica qualificazione alla post season di Prima Divisione nonostante la sesta sconfitta consecutiva. I Seamen Milano, infine, centrano la perfect (regular) season vincendo in scioltezza la passerella pre-EFL Bowl contro UTA Pesaro.
RHINOS MILANO (4-6) – PANTHERS PARMA (8-2) 27-37
I Rhinos ci hanno provato: per andare ai playoff serviva l’impresa contro i Panthers Parma, ma al termine di una partita giocata a tratti anche alla pari con i secondi della classe escono sconfitti e dicono addio ai sogni di postseason. I Milanesi pagano a caro prezzo un avvio di stagione ad handicap, in cui sono partiti 0-3 in partite che si sono rivelate autentici scontri diretti: peccato, perché la squadra vista negli ultimi due mesi è sicuramente da prime sei. Quello che deve restare, e su cui costruire il 2019, è la convinzione che il collettivo è all’altezza nonostante la rivoluzione della passata offseason, e quindi le basi per fare bene ci sono. Ellison ha giocato nel complesso una buona partita, ma ha anche commesso un paio di errori che contro una difesa come quella dei Panthers sono risultati fatali. Due touchdown su corsa per lui e uno su passaggio, ma anche tre intercetti, tutti in momenti importanti della partita. Il colored da Georgia Southern resta comunque, a mio avviso, uno degli import offensivi più azzeccati del 2018, e se fossi nei panni della dirigenza nero arancio non avrei dubbi sul provare a riportarlo a Milano per la prossima stagione.
La difesa milanese ha provato a contenere l’attacco avversario, e tutto sommato non ha fatto un brutto lavoro. Un paio di numeri personali di Durham e i punti concessi nei drive successivi ai turnover dell’attacco hanno fatto il resto. La offseason dei Rhinos si preannuncia sicuramente più tranquilla della scorsa: le basi per la ricostruzione “post Holt” sono state gettate, e nel 2019 si potrà ambire a tornare ai playoff.
I Panthers avevano l’obbligo di vincere per cementare il secondo posto, fondamentale per non spostarsi più da Parma fino alla fine della stagione: obiettivo raggiunto, anche se forse con qualche patema più del lecito.
Contro i Rhinos la squadra del presidente Bonvicini ripresenta in attacco tutti gli effettivi sciogliendo i dubbi sulle condizioni di alcuni top player che per svariati motivi erano venuti a mancare nelle ultime due/tre partite. Alcuni elementi non erano sicuramente ancora al cento per cento, ma siamo arrivati in quella fase della stagione in cui più o meno tutti sono acciaccati e bisogna stringere i denti per il rush finale. La vittoria ha assicurato ai ducali tre settimane piene di tempo per il recupero completo, per cui mi aspetto che la squadra arrivi più che preparata all’appuntamento della semifinale.
Il reparto offensivo ha costruito la partita sulla fiammata iniziale di Durham che, riportando in touchdown il primo punt della partita, ha permesso a Monardi di giocare rimanendo nella sua “comfort zone”: quando i Panthers vanno avanti nel punteggio, infatti, il quarterback del Blue Team è sempre lucido e preciso. Diversa storia quando si va sotto, ma fortunatamente lo scenario non è stato quello. Malpeli Avalli, uno degli elementi recuperati, è stato capace di dare credibilità al running game nonostante non fosse al cento per cento, e oltre a Durham i soliti Finadri, Polidori e gli altri giovani ricevitori (da registrare la prima segnatura in carriera di Mboup) hanno dato il solito importante contributo. Si è visto anche McMackin schierato in attacco come running back di “sfondamento” in goal line situation: scelta inedita ed interessante, che ha fruttato una segnatura.
La difesa dei Panthers non è stata come al solito impenetrabile, ma Ellison & Co. non sono un cliente comodo. I Rhinos hanno sì messo punti sul tabellone, ma il reparto è stato in grado di creare tre importantissimi turnover mettendo a segno altrettanti intercetti, tutti in situazioni topiche dell’incontro: il primo, messo a segno da Rossi, è stato il viatico per l’allungo del +13, il secondo di Leone ha impedito ai Rhinos di completare la rimonta prima dell’half time ed il terzo di De Jesus, in piena end zone, ha spento le ultime velleità di vittoria dei Rhinos. Fondamentale in questo senso anche l’apporto del sempre solido front seven, che ha messo a segno un paio di sack (devastante quello di Belli nel secondo quarto) e ha costretto Ellison a giocare costantemente sotto pressione.
Come detto, per i Panthers è ora tempo di recupero, in attesa di scoprire chi tra Giants Bolzano e Guelfi Firenze sarà il prossimo avversario. L’idea di una semifinale Panthers – Giants atto terzo mi stimola non poco…
GIAGUARI TORINO (2-8) – GUELFI FIRENZE (4-6) 35-31
I Giaguari portano a casa la seconda, purtroppo inutile, vittoria stagionale al termine di una partita spettacolare, e che lascia l’amaro in bocca ad entrambe le squadre.
Se infatti per i Guelfi è arrivata la qualificazione ai playoff, motivo di festeggiamenti, non si può certo dire che la sesta sconfitta consecutiva sia il miglior viatico con cui arrivarci. L’attacco ha ritrovato un po’ dell’esplosività di inizio stagione, ma soprattutto grazie alle scorribande di Dawson su corsa. Nel gioco di passaggio infatti l’ex Houston Baptist University è stato troppe volte impreciso, e l’oriundo Vannucci, di solito spina nel fianco delle difese avversarie, è scomparso dal gioco sul più bello. 31 punti non sono pochi, ma considerando che ci si trovava di fronte una delle difese più perforate del campionato era lecito aspettarsi che fosse Firenze a vincere l”offensive struggle” nel quale si è incanalata la partita. Dawson è sembrato tra l’altro infortunarsi alla gamba destra dopo aver segnato un touchdown su corsa e si temeva il peggio, ma in seguito è stato in grado di mettere a segno altre corse a lunga gittata, per cui credo che non si tratti di nulla di grave. I toscani hanno provato a stabilizzare il running game con Sousa, ma i Giaguari sono riusciti con l’andare della partita a prenderne le contromisure e limitarlo: considerando che la prossima difesa che affronteranno i Guelfi sarà quella dei Giants bisogna assolutamente lavorare sodo per dare all’attacco un qualche bilanciamento, altrimenti la vedo davvero dura.
La difesa gigliata ha patito parecchio la batteria di ricevitori dei Giaguari: con Rubenzer limitato da un infortunio alla caviglia e praticamente “single threat” sui lanci, il backfield toscano è stato sollecitato a più riprese, ma ha risposto presente solo a tratti. Mella, Zucco, Morelli e Seck hanno tutti contribuito in maniera importante alla vittoria dei Giaguari, e molte giocate sono arrivate con guadagni “after the catch”, in seguito ad errori di placcaggio. Buono il lavoro dei linebacker contro le corse, ma mi aspettavo che il front seven in generale fosse in grado di creare più pressione sul quarterback avversario di quella che ho potuto apprezzare. Anche in questo caso, in vista di Bolzano, bisogna trovare le contromisure per Brown e Bonacci/Gregorio/Simone: difficile.
I Guelfi sono la squadra, tra quelle qualificate ai playoff, che arriva nella peggior condizione alla postseason, e devono giocare contro l’avversario più impegnativo e in trasferta: per avanzare serve un miracolo. Anche non arrivasse, però, il risultato sportivo della stagione sarebbe comunque più che positivo.
I Giaguari non possono che mordersi le mani: la prestazione sfoggiata, soprattutto dall’attacco, contro i Guelfi è la testimonianza di come il talento per competere in Prima Divisione ci fosse tutto, e che forse è stato proprio il fattore mentale ad affossare i torinesi e condannarli alla retrocessione. Liberi da pressioni di fare il risultato a tutti i costi i Giaguari hanno dato spettacolo: anche se ogni partita fa storia a sé e non si possono fare trasposizioni nel passato, credo che giocando anche solo all’80 per cento di come fatto contro i Guelfi le vittorie totali dei piemontesi potessero arrivare ad essere almeno 4, e adesso potremmo parlare di ben altri scenari. Restano i rimpianti, dunque, ma per la dirigenza anche la consapevolezza del valore della squadra: sono curioso di vedere cosa succederà nella prossima offseason sotto la mole.
L’attacco ha disputato senza ombra di dubbio la migliore prestazione dell’anno: Rubenzer ha fatto capire perché è stato chiamato in corsa, mettendo a segno lanci millimetrici e coinvolgendo nel gioco praticamente tutti i possibili target a sua disposizione. Pazzesco il gesto tecnico in occasione del touchdown pass decisivo, quando l’ex California ha messo l’ovale nell’unico punto possibile per permettere la ricezione in end zone di Seck lanciando di solo braccio, completamente sbilanciato all’indietro. Mella, Zucco e Morelli hanno contribuito non poco alle fortune della squadra, con i primi due anche a referto, mentre una citazione a parte merita Seck. Lo scatenato ricevitore, MVP della partita, ha non solo segnato su kick off return per la terza partita consecutiva, ma ha anche contribuito sul gioco di corse e soprattutto ha messo a segno il touchdown decisivo con una ricezione difficilissima e millimetrica. Quando terminerà gli studi e i Giaguari potranno averlo fin dall’inizio della stagione sarà senza dubbio uno dei protagonisti dei torinesi.
In difesa si sono concessi come sempre troppi punti e troppi spazi a Dawson per correre, e ci sono state le solite amnesie mortifere nel backfield, come in occasione del touchdown su ricezione di Carboni, ma sul finire del primo tempo il reparto è stato in grado di fermare i Guelfi in situazione di goal to go senza concedere punti, prima volta in tutto il campionato. Magra consolazione, ma qualcosa da cui prendere spunto per il lavoro futuro.
Seppur retrocessi, in offseason potrebbero aprirsi scenari nei quali i Giaguari potrebbero rientrare nel massimo campionato dalla porta di servizio: sarà interessante capire quali saranno le scelte della dirigenza.
LIONS BERGAMO (3-7) – DUCKS LAZIO (5-5) 21-41
I Ducks vincono in scioltezza a Bergamo e si prendono non solo i playoff ma anche il quarto posto, utile a giocare tra le mura amiche il turno di wild card contro i Dolphins Ancona. La stagione è lungi dall’essere finita, dunque, ma si può già tracciare un primo bilancio sulla scelta di fusione tra Marines e Grizzlies, che non può che essere positivo. I laziali hanno proposto un buon football durante l’arco di tutta la stagione, soprattutto offensivamente, e aldilà di qualche passaggio a vuoto hanno dimostrato una discreta solidità di gruppo: entrare tra le prime quattro del campionato non è un miraggio ma una concreta possibilità, e sarebbe dal mio punto di vista più che meritato.
La partita si è incanalata subito nel verso giusto per l’attacco dei Ducks: i touchdown di Rinaldi e Gentili hanno spianato la strada, e controllare l’incontro partendo da +14 contro un avversario in emergenza e con un roster ridotto all’osso non è stato difficile. Nel secondo tempo Fortune e compagni hanno dilagato, riuscendo anche a fare le prove generali per i playoff, dove sarà importante che soprattutto il regista riesca a giocare senza pressione: Fortune è un ottimo giocatore, ma troppo spesso in stagione si è reso colpevole di errori capitali, e in post season ogni passo falso si paga a caro prezzo. Il punto fermo del reparto è Mike Gentili: l’oriundo è la cassaforte dei Ducks, il posto a cui affidare i palloni più preziosi, quelli che valgono una partita. La costanza e l’incisività di Gentili, uniti alla sua duttilità sono state le componenti fondamentali per dare all’attacco laziale equilibrio, fondamentale anche per mettere in risalto le doti degli altri playmaker, tra cui Biancalana e Rinaldi hanno particolarmente brillato.
Anche la difesa dei Ducks ha avuto un compito agevole, dovendo preoccuparsi solo delle corse di Morris, unica arma a disposizione dell’arsenale di coach Rita. Appena terminato l’incontro i pensieri dei giocatori e del coaching staff si sono subito rivolti a Josh Dean, il quaterback dei Dolphins già affrontato e battuto in stagione, ma che aveva comunque punto a più riprese i romani. Contro Ancona sarà tutta un’altra storia.
La sfida di Ancona di regular season è stata una partita spettacolare, in cui i Ducks riuscirono a vincere con una grande rimonta nel finale. Nel wild card game i campi si invertono, ma credo che la gara possa giocarsi su binari di equilibrio come successo nelle Marche: l’occasione per centrare le semifinali è però troppo ghiotta per i Ducks, e se dovessi indicare un favorito andrei sicuramente con loro.
Per quanto riguarda i Lions penso sia inutile fare un’analisi dei reparti per questa partita: gli orobici hanno come sempre onorato l’impegno e giocato al massimo delle loro possibilità, ma meglio di così era davvero impossibile fare. Con gli uomini contati, in doppio ruolo e fuori posizione vincere contro un team completo come i Ducks sarebbe stato un autentico miracolo. Ma i ragazzi di coach Rita la loro stagione la avevano già vinta la settimana prima, battendo i Giaguari nello spareggio salvezza, e facendo diventare positivo il bilancio stagionale a prescindere dall’esito di quest’ultimo incontro.
In chiave futura, se è vero che i Lions sono stati colpiti da tanti infortuni, è anche vero che numericamente e qualitativamente erano un po’ al limite già all’inizio: l’obiettivo sarà quello di ampliare il roster più possibile, pescando come sempre dal florido settore giovanile. I margini di crescita sono enormi, ma è necessario tenere il gruppo coeso per non sprecare il lavoro di costruzione fatto quest’anno.
GIANTS BOLZANO (8-2) – DOLPHINS ANCONA (4-6) 29-12
I Giants, che giocavano già certi di terminare la regular season al terzo posto in virtù della vittoria dei Panthers di sabato sera, giocano per dare a Rodney Brown più ritmo possibile in vista dei playoff e vincono, anche se non facilmente come si poteva pensare. Per i Dolphins la sconfitta è indolore: forti di una classifica avulsa favorevole nei confronti di Guelfi e Rhinos centrano infatti il quinto posto, che li porta a giocare a Roma contro i Ducks il wild card game.
L’attacco dei Giants ha vissuto di luci ed ombre: in attivo la consolidazione dell’intesa tra Brown e Simone, già chiara dal primo snap italiano del nuovo import, e un maggiore coinvolgimento di Bonacci, autore contro i Dolphins di due touchdown. Anche Petrone continua ad impressionare per la costanza con cui rende credibile il running game. Le ombre sono costituite dai due intercetti lanciati e da un paio di passaggi a vuoto inaspettati, ma sono probabilmente il frutto dei naturali “growing pains” che nascono quando un quarterback è costretto ad inserirsi in un sistema già rodato a tre quarti di stagione. Il tempo di migliorare ancora c’è e le qualità per farlo anche.
La difesa dei Giants gioca la solita dominante prestazione difensiva: pungolata dalla dormita iniziale che ha permesso ai Dolphins di andare a segno con Mosca al primo snap offensivo dell’incontro, gli alto atesini reagiscono subito mettendo a segno un intercetto con Della Vecchia, che però non viene trasformato in punti dall’attacco. Poi perenne pressione su Dean, che porta ad un sack di Ferrari, ad un intercetto di Forlai e ad una safety su punt bloccato. La seconda segnatura subita deriva da un turnover dell’attacco. Non scopro l’acqua calda: questo reparto è quello che può portare i Giants ovunque, anche fino in fondo.
Nella partita di wild card game saranno i Guelfi ad arrivare allo stadio Europa: la differenza di valore assoluto tra le due squadre e il pessimo stato di forma con cui i toscani si presentano all’appuntamento fa pensare ad un match dal pronostico obbligato, ma sono certo che gli uomini di Tisma saranno concentratissimi e non lasceranno nulla al caso. Io preparo già snack e bibita fresca in vista della semifinale contro gli odiatissimi (sportivamente parlando) rivali dei Panthers Parma.
I Dolphins non sfigurano affatto, e restano in partita per tre buoni quarti di gara. Dopo le ultime prestazioni non al top Dean sembra in crescita, ma subisce ugualmente l’asfissiante difesa dei Giants. Funziona tutto alla grande al primo gioco della partita, in cui l’import trova Mosca per uno dei touchdown più veloci dell’anno, ma di lì in avanti i varchi non si aprono più e si fa dura. Dopo quasi tre quarti di vuoto, in cui arrivano anche due turnover, il reparto trova ancora un sussulto sull’asse Dean – Orlandini (rientro più che gradito il suo) in un drive partito da ottima posizione di campo grazie alla difesa, ma è troppo poco per creare un po’ di “drama” nel finale.
Il reparto difensivo sfoggia invece un’ottima prestazione, fatta di quel mix di compattezza ed opportunismo che più volte avevo notato in stagione. I due intercetti messi a segno su Brown da Ragnetti e Misher hanno permesso ai dorici di restare in partita e non si sono viste quelle amnesie che a volte in passato hanno compromesso alcune partite. Se si eccettuano le partite contro Seamen e Panthers solo i Ducks hanno in stagione segnato più di 30 contro la difesa dei Dolphins, proprio in occasione di una di quelle prestazioni a “basso tasso mnemonico” cui mi riferivo prima.
Il caso vuole che sia proprio contro i laziali che i Dolphins giocheranno il wild card game: la voglia di rivincita è grande, e ci sono tutti gli ingredienti perché sia una partita spettacolare.
SEAMEN MILANO (10-0) – UTA PESARO (2-8) 50-0
Poco da dire sulla partita di Sesto: i Seamen volevano la perfect season e la passerella di fronte ai propri tifosi antipasto della finale EFL di sabato prossimo e la hanno ottenuta, gli UTA arrivavano all’appuntamento scarichi e senza particolari motivazioni. Il risultato finale è pesante per Pesaro, ma conta davvero poco o niente.
Tutti gli effettivi dei Seamen sono in grande forma, e se c’è una cosa che mi ha stupito è stata la concentrazione con cui è stata giocata una partita che non aveva significato alcuno: la motivazione rimane alta, gli obiettivi in vista ma non ancora raggiunti, e tutte le tappe intermedie contano. Questa è la mentalità vincente che deve avere una squadra, e i Seamen 2K18 sono secondo me la più forte vista in Italia negli ultimi anni, senza ombra di dubbio.
UTA termina la stagione con la seconda salvezza consecutiva conseguita sul campo, sovvertendo ancora una volta i pronostici che la vedevano come principale candidata alla retrocessione: convinzione che sinceramente dopo le prime uscite sembrava rafforzarsi, ma il grande merito dei marchigiani è stato quello di non disunirsi e di non perdere fiducia nei propri mezzi. Le vittorie di Bergamo e Torino sono arrivate proprio grazie ad una grande tenuta mentale che è ad esempio mancata ai torinesi per raggiungere lo scopo. Il bilancio non può che essere positivo: in offseason si tornerà a lavorare per cercare di rafforzare l’organico, magari facendo le scelte sugli import in maniera più chiara e decisa al fine di evitare un’altra partenza ad handicap come accaduto quest’anno.
Dario Aviano
foto copertina Lorenzo Dalco’
Foto di Michele Critelli, Dario Fumagalli, Claudio Bugatti, Lorenzo Dalco’, Sabrina Poloni