SPECIAL EDITION (TECHNICAL INSIGHT BONUS)
La prima settimana di bye-week in Prima Divisione è stata utilizzata per disputare il primo dei recuperi delle 3 gare rinviate per maltempo alla prima giornata, Giaguari Torino – Panthers Parma. Avendo potuto seguire la partita molto da vicino (ero allo stadio, ed ho avuto anche il piacere di commentarla per FIDAF TV), ed avendo trovato parecchi spunti interessanti nonostante l’ampio gap finale tra le due squadre in termini di punteggio, ho pensato di fare della partita un’analisi più approfondita del solito, mettendo in luce anche alcuni aspetti tecnici che per motivi di tempo non riesco a fare quando mi trovo a redigere la rubrica in settimane “piene”. Come sempre, invito tutti i lettori ad aprire il dibattito qualora ci fosse qualcosa che non torna…
GIAGUARI TORINO – PANTHERS PARMA 6-49
La partita si è rivelata a senso unico: dopo aver risolto in maniera agevole l’impegno dell’esordio contro UTA Pesaro i ducali si sbarazzano facilmente anche dei Giaguari: il 49-6 finale non lascia spazio ad interpretazioni.
I torinesi erano sì privi per infortunio di diversi componenti sia della linea d’attacco che di quella di difesa, oltre che dell’import difensivo Brian Michitti per squalifica, ma da quello che si è visto in campo è apparso chiaro che i torinesi ne siano usciti ridimensionati, e che il gap che li separa dalle migliori del campionato è ancora decisamente ampio.
I Panthers, oltre che squadra completa in tutti i reparti, hanno dimostrato ancora una volta sabato sera di essere allenati molto bene. Offensivamente il playbook è stato disegnato perfettamente, con giochi ideati per sfruttare al meglio i propri talenti e le debolezze dell’avversario. Vero è che quando la linea d’attacco riesce a tenere bene la protezione sui giochi di passaggio e apre i buchi sulle corse tutto viene più semplice, ma la strategia globale mi ha colpito molto: i Panthers sfruttano molto bene il campo nelle diverse situazioni, e usano le formazioni giuste per creare i matchup a loro favorevoli. Per spiegare meglio mi affido a due esempi.
UTILIZZO DELLE HASHMARK SUL GIOCO DI CORSA:
Quando i Panthers giocano partendo dalla zona centrale del campo i giochi di corsa sono vari, ma quando sono su una delle due hashmark hanno la tendenza a cercare di sfruttare la zona larga del campo. Malpeli Avalli fa della dinamicità la sua arma migliore, e la capacità di effettuare cambi di direzione repentini viene esaltata nelle corse in counter, che i ducali usano molto quando si trovano in questa situazione di campo. Possiamo portare come esempio l’azione del touchdown di Malpeli nel terzo quarto della partita di sabato sera.
LA FORMAZIONE
I Panthers rinunciano alla solita spread formation per presentare ai Giaguari l’utilizzo di un tight end fittizio (è il wr Finadri): strong side sinistro dunque, con split maggiore in linea tra centro e guardia destra e guardia e tackle. I Giaguari si adattano portando la strong safety sulla linea di scrimmage, quattro defensive lineman e il linebacker Morelli esattamente di fronte a Malpeli Avalli.
LO SVILUPPO DELL’AZIONE ALLO SNAP
Allo snap la linea d’attacco fa il primo passo di blocco sul lato sinistro, mandando il pull la guardia. Malpeli Avalli attacca con il suo first step lo stesso lato, costringendo il linebacker dei Giaguari a fare lo stesso. Ricevuto l’hand off, si pianta e taglia a destra, dove la corsa è disegnata per andare.
IL TOUCHDOWN
Sfruttando il blocco della guardia in pull e la vastità del campo a disposizione per il numero 33 dei Panthers segnare è un gioco da ragazzi. Il coaching staff dei Panthers conferma di saper usare molto bene il campo, oltre che gli uomini, nella costruzione del playobook.
KRIS DURHAM
Un altro aspetto del gioco offensivo dei Panthers che mi ha colpito è la modalità di utilizzo che i ducali fanno del wide reciever ex NFL Kris Durham. Premesso che con la presenza in campo di Brian Michitti i Giaguari avrebbero forse potuto contenere meglio il numero 2 dei Panthers, Durham ha pressoché ripetuto a Torino l’exploit di Pesaro, sfruttando la sua posizione in campo.
LA FORMAZIONE
Prendendo in esame l’azione con cui i Panthers hanno allungato sul 14-0 nel primo quarto, possiamo notare come Papoccia & Co abbiano cercato di mettere Durham il più possibile in situazione di uno contro uno, utilizzando spesso questa formazione:
I Panthers si schierano con quattro ricevitori, piazzandone 3 sul lato largo (l’ultimo non si vede in foto) del campo e lasciando isolato Durham sulla destra. Per una difesa affrontare questa formazione obbliga a posizionare, almeno in partenza, la free safety spostata dal lato della trips. I Giaguari in questo caso giocano con la strong safety, il numero 30 Romeo, a dieci yard dalla linea di scrimmage. E’ lui l’uomo che Monardi osserverà allo snap per capire come e quando colpire Durham con il suo lancio.
LO SVILUPPO DELL’AZIONE ALLO SNAP:
I Giaguari in questo caso giocano a zona, una 2 deep, e alle spalle del cornerback Idemudia c’è solo la safety, che però deve arrivare in aiuto partendo quasi dal centro del campo, posizione in cui va a mettersi nella copertura delle prime 15 yard.
Monardi guarda fin da subito nella direzione di Duhram, e rilascia l’ovale proprio nel momento in cui si accorge della zona, palesata dallo stop di Idemudia sulle dodici yard circa dalla linea di scrimmage. Il lancio è ottimo, proprio nella “cucitura” tra le zone, e arriva nelle mani di Durham prima che Romeo possa chiudere su di lui.
IL TOUCHDOWN
Come detto, Durham riceve palla un attimo prima che Romeo riesca ad arrivare su di lui, e da quel momento il defensive back dei Giaguari nulla può fare per evitare il touchdown.
In altre circostanze, con la stessa formazione, i Giaguari hanno anche provato la marcatura ad uomo, ma senza raddoppi è praticamente impossibile contenere l’ex NFL. Avendo a disposizione altri tre ottimi ricevitori in Finadri, Alinovi e Polidori, inoltre, affrontando i ducali non ci si può neanche permettere di giocare raddoppi continui su Durham, pena lo scompenso sul lato opposto, dove i playmakers non mancano. La strategia del coaching staff dei Panthers unita al valore degli skill players fa sì che spesso e volentieri, per le difese avversarie, la coperta sia corta: tira di qua, tira di là ma qualcosa di facilmente “esplorabile” resta…
Dopo le due nette vittorie per aprire la stagione i Panthers affronteranno nel turno pre-pasquale i Giants Bolzano tra le mura amiche, in cerca di ulteriori conferme. La partita sarà probabilmente un test più chiarificatore per gli alto atesini di quanto lo possa essere per i parmensi.
I Giaguari Torino, date le condizioni di emergenza in cui si trovavano, hanno provato a fare il possibile per dar fastidio ai Panthers, e ad onor del vero nella fase di inizio del secondo quarto c’erano anche riusciti. Sul 14-0 Panthers i piemontesi erano infatti dapprima riusciti a tenere botta con la difesa, uscendo indenni da un drive degli ospiti iniziato già in redzone in seguito ad un intercetto, e poi piazzando l’unico acuto della gara con il touchdown di Hale che li aveva riportati ad una sola segnatura di distanza. La bomba di Monardi per Durham al primo gioco del drive successivo ha però rimesso subito le cose a posto, e da lì non c’è stata più storia.
Dei torinesi ho apprezzato lo sforzo fatto dal coaching staff di ridisegnare la strategia offensiva a gara iniziata, che forse avrebbe potuto portare più frutti di quelli effettivamente raccolti se non ci fossero stati alcuni errori di esecuzione ed alcune sanguinose penalità che hanno negato dei buoni guadagni.
In partenza coach Venuto ha cercato di impostare la partita in maniera molto basica: tanta biada per le corse di Hale e lanci medio – corti del figlio Chase, al fine di mascherare i problemi che era sicuro ci sarebbero stati in linea d’attacco.
Dopo soli due drive però i Giaguari si sono resi conto che neanche quella poteva essere la strategia giusta: il tempo a disposizione di Venuto era troppo poco, e i buchi per le corse di Hale non c’erano. Si è provato allora a creare delle chance per il gioco aereo disegnando dei giochi in cui era prevista una bootleg del quarterback dopo lo snap, atta ad uscire subito dalla pressione e trovare tempo e visuale per i lanci. In alcune circostanze ha funzionato, come ad esempio in occasione del big play di Hale che ha portato all’unica segnatura torinese della serata.
Ad onor del vero in questo particolare gioco la bootleg non era prevista fin dall’inizio, ma il suo utilizzo ne ha comunque permesso la riuscita del gioco, e ho voluto prenderlo ad esempio per spiegare quanto sopra.
LANCIO IN BOOTLEG
LA FORMAZIONE
I Giaguari si schierano con la loro formazione base, che prevede due ricevitori per lato e Fabiano Hale single back nel backfield. I Panthers rispondono con una difesa nichel, mantenendo quattro uomini in linea e due linebacker.
LO SVOLGIMENTO DEL GIOCO ALLO SNAP
Dopo lo snap arriva subito pressione su Venuto, in questo caso dal lato sinistro dell’attacco torinese, e il quarterback è costretto ad andare in bootleg sulla destra. In questa fase Hale è ancora sulla linea di scirmmage impegnato a bloccare. Da segnalare l’ottimo blocco di Ciattaglia su Belli, senza il quale i Giaguari non sarebbero sicuramente usciti da questa azione con un big play.
DOPO LA BOOTLEG
Con il movimento verso l’esterno di Venuto, per Hale, nel frattempo uscito dal backfield, si apre una vasta zona di campo senza maglie grigie intorno: il quarterback lo vede, lancia, ed il runningback ex California si mette in moto.
LA CONCLUSIONE
Una volta ingranate le marce alte Hale dimostra il suo valore in campo aperto: rompe il placcaggio di McMakin e si invola verso la endzone, rimontato solo in extremis dallo stesso import difensivo dei Panthers.
I Giaguari hanno molti problemi in questo momento, soprattutto a livello di infortuni, ma devono ripartire con la consapevolezza di avere anche diverse armi ancora a disposizione nel loro arsenale: contro Parma mancava anche Zucco, che ha fin da subito avuto un altissimo impatto sull’attacco giallonero, e il suo ritorno sarà quanto mai gradito.
Hale è stato un ottimo acquisto, e ha le capacità di sopportare il peso del reparto e Venuto, pur non mostrando delle doti eccezionali, credo abbia fatto vedere di conoscere molto bene il gioco e di saper amministrare l’attacco disegnato dal padre, senza commettere grossi errori. Contro i Lions, sabato prossimo, è obbligatorio ritrovare un po’ di confidenza e anche la vittoria: diversamente la strada verso i playoffs sarebbe decisamente in salita. Per i Giaguari sarà una partita importantissima.
Dario Aviano
Screenshots Fidaf TV | Foto Lorenzo Dalco’