Parma, 22 settembre 2020 – La società sportiva Parma Panthers ha preso l’importante decisione di non partecipare ai campionati nazionali giovanili che come ogni anno si svolgono nel periodo autunnale. Per spiegarne il motivo lo abbiamo chiesto direttamente al Presidente Ugo Bonvicini: “Innanzitutto tengo a precisare che non vi è assolutamente alcuna polemica o protesta verso la nostra Federazione (FIDAF) che ha redatto un buon protocollo, assolutamente in linea e coerente con tutti gli altri sport, seguendo le norme del CONI e del Governo. Solo che non basta un protocollo per stare tranquilli ed abbiamo convenuto che seppur fosse importante far giocare i ragazzi, dall’altra parte non potevamo tutelarne la sicurezza, almeno nella stessa misura come avviene nelle scuole che frequentano. Tenendo presente che raffreddore ed influenza stagionale faranno inevitabilmente la loro parte nelle prossime settimane, non potremmo mai garantire di aver sempre a disposizione un roster di atleti sani come pesci che non si soffiano nemmeno il naso. Si andrà ad aggiungere la difficoltà di non poter usufruire di spogliatoi e l’idea di organizzare trasferte in auto per evitare di assembrare gli atleti sopra un pullman, ci ha aiutato a prendere questa significativa decisione. Ci tengo a precisare una cosa che mi sta ancor più a cuore e che fa parte del ragionamento. Ovunque vediamo ragazzi che stanno tornando a praticare Basket, Volley, Calcio e naturalmente il nostro amatissimo Football. Tranne che per come arrivano al campo o dove si vestono, una volta iniziato l’allenamento, il Covid19 pare un ricordo lontano e per questo ritengo si stia passando un concetto molto diseducativo, che lo Sport con la S maiuscola non dovrebbe concedere. Lo sport oggi sta dicendo che il rischio contagio al mattino a scuola è superiore a quello che potrebbe esserci in palestra o sul prato la domenica pomeriggio, per cui se al mattino questi ragazzi sono obbligati a seguire norme molto stringenti (mascherina, distanza, intervallo al posto, entrate ed uscite sfalsate, isolamento ai primi sintomi, quarantena ed insegnamento via web in caso di alcune positività), agli stessi compagni di classe verso sera gli si dice che dopo essersi cambiati in tre in uno spogliatoio da ventidue, una volta varcato la porta che accede al parquet o all’erba, magicamente tutto scompare e gli è quindi concesso spingersi, abbracciarsi, correre uno verso l’altro e così via. A me, sia da padre che come responsabile di una società sportiva, che mette il rispetto delle regole e della coerenza avanti tutto, non piace per niente. Non sono ne un medico ne un tecnico scientifico, ma se la mascherina è obbligatoria sotto il metro di distanza in classe, com’è che non lo è sotto un canestro o su un calcio d’angolo? In questo modo stiamo insegnando ai ragazzi che il giusto e lo sbagliato dipendono solo da che tipo di protocollo si segue e che ci possono sempre essere regole ad hoc per fare quello che più piace. Per cui se in discoteca non ci vai perché ti assembri in poco spazio, su un autobus o pullman lo stesso assembramento è lecito… Questa doppia verità è il contrario esatto di quanto lo Sport dovrebbe istruire. Lo Sport insegna che il rispetto delle regole deve essere prioritario e per sempre mentre vincere o perdere è solo un risultato numerico che dura fino alla gara seguente; ed il primo è mille volte più importante del secondo. Ecco perché non sono convinto che attualmente sia un bene tornare in campo, per cui sommando questa mia, forse pedante, digressione filosofica con le ben più stringenti difficoltà operative abbiamo deciso che i Panthers non scenderanno in campo nel 2020.”
Ufficio Stampa Panthers Parma