Pierre Courageux: roi du Mont Blanc

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La regola resta sempre la stessa: mollare mai. Valida per tutti, per i Cisalfa Seamen e per Pierre Courageux, atleta a tutto tondo, corteggiato, fortemente voluto, conquistato e mai sceso in campo per le bizze di un virus delle dimensioni di un seicentesimo di capello, capace di stravolgere la vita di miliardi di persone e, a maggior ragione, degli amanti della palla lunga un piede. La storia che raccontiamo oggi, fortunatamente, non a che vedere con le logiche del periodo, ma solo con la passione di chi ha fatto dello sport e dell’avventura il proprio credo, marinaio in pectore e montanaro per passione, atleta completo che nella difficoltà del momento ha trovato gli stimoli per concepire un’impresa riservata a pochi: l’ascesa al Monte Bianco come raccontava oltre cento anni fa il suo connazionale Jules Verne.

Con i suoi 4.696 metri la vetta d’Europa rappresenta ancora oggi una sfida nella sfida, obiettivo ideale per Pierre Courageux, defensive back di livello continentale che, in assenza di gare sul gridiron, ha trovato modo di mettersi alla prova.

Tutto nasce da una stagione mai nata che lo ha spinto a concepire una nuova avventura fino a programmarla nei dettagli, fattore fondamentale per sfidare quelle altezze che sono accessibili solo dopo attenta preparazione. Messo a punto il programma, in realtà in un tempo più breve del normale causa le norme sulla pandemia, Pierre è partito il 14 luglio mattina alla volta di Chamonix per poi salire, con la teleferica dell’Aiguille du midi, al rifugio “des cosmiques” (3613 mt.).

Qui ha trascorso la giornata riposando e acclimatandosi per poi intraprendere, a mezza notte e mezza, in compagnia di una guida, la cosiddetta ascesa dei tre monti. Dopo trenta minuti le condizioni meteorologiche avverse hanno interrotto il primo tentativo costringendolo a ritornare sui suoi passi. Alle cinque del mattino l’opportunità di fare allenamento con una salita tecnica non è stato mancato riportando poi i protagonisti a Chamonix in attesa di condizioni ottimali. Il giorno successivo ha visto il trasferimento all’Aigle du Midi con successivo tentativo di scalata per la via tradizionale.

Giunto al rifugio du gouter (3.835 mt) Pierre ha deciso di attaccare subito la vetta per evitare i rischi meteorologici che vedevano un peggioramento delle condizioni per il giorno successivo. Dopo una breve pausa, tre ore di scalata sono state sufficienti per raggiungere la sommità del Monte Bianco, nessuno oltre a lui e alla sua guida erano in quel momento presenti in vetta, per festeggiare un avvenimento destinato a rimanere nella memoria per tutta la vita. A Pierre vanno ovviamente i complimenti dei Cisalfa Seamen e del movimento del football italiano e continentale.

Ufficio Stampa Seamen Milano

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