Prosegue il nostro viaggio tra i giovani che più si sono messi in luce in prima squadra nei GLS Dolphins Ancona in questa stagione 2018 da poco conclusa.
E’ oggi il turno di Antonio Nocera, 19 anni, ricevitore, tra i protagonisti anche della cavalcata della under 19 chiusa con una sconfitta al superbowl.
Allora Antonio come hai conosciuto il football? «Qualche anno fa un mio amico chiese a me e ad un altro ragazzo se volevamo provare ad andare ad allenarci visto che lui già giocava in giovanile. Siamo andati e non siamo più tornati indietro. Oltre a me, l’altro amico era Daniel Fafar che ancora gioca in giovanile. Chi ci ha portati invece, Filippo Burattini, non gioca più».
Cosa è che ti ha appassionato di più di questo sport? «Passione è proprio la parola giusta. Mi diverto molto a giocarlo ed è un importante stimolo ad andare in palestra per lavorare sul mio fisico e migliorarlo. Inoltre mi è piaciuto molto lo spirito trovato nelle giovanili prima e in prima squadra poi. Davvero un bell’ambiente».
Che differenze hai trovato tra under 19 e prima squadra? «In prima squadra ho trovato una specie di famiglia. Tutti hanno supportato me e gli altri ragazzi. E poi vogliono sempre vincere proprio come me. Non sempre ci si riesce ma lo spirito è e deve essere quello».
Hai sempre e solo giocato come ricevitore? «Diciamo di sì. Sin dall’under 16. In under 19 ho fatto anche qualche comparsata in difesa ed ho fatto pure uno paio di blitz. Ma non ero titolare e non era il mio ruolo principale».
Hai totalizzato quattro touchdown in under 19 tra campionato e playoff e ben tre in prima squadra, sempre tra campionato e playoff. Se si esclude Tommaso Mosca, sei colui che ha totalizzato più touchdown ricevuti al pari di Michele Marchini «Non ricordo tutte le mie statistiche, ma se sono queste ottimo. Josh Dean mi ha sempre dato fiducia e questo per me è stato molto importante. Durante il playoff coi Ducks ad esempio, durante un huddle, lui mi ha descritto tutto ciò che sarebbe successo. Mi ha detto come e dove correre. Tutto è andato come diceva lui e mi sono ritrovato a fare touchdown».
Come gudichi questa stagione 2018? «E’ stato un campionato molto particolare. Abbiamo perso partite che avremmo dovuto vincere. Ma giudico la stagione positiva dato che siamo andati ai playoff al contrario che nel 2017».
E la tua stagione in particolare come la giudichi? «All’inizio ho giocato molto causa infortunio di Michele Marchini. Poi nel mezzo della regular season ho trovato molto meno spazio. Alla fine del campionato ho giocato molto di più. Ritengo di aver fatto ciò che andava fatto e di questo sono soddisfatto. I touchdown fatti, i primi down chiusi sono statistiche importanti».
Cosa ritieni di dover fare per migliorarti come giocatore? «Devo lavorare molto sul mio fisico. Devo fare ancora più palestra. Inoltre devo diventare molto più veloce. Voglio giocare ancora a lungo a football e farò tutto questo per migliorarmi e diventare sempre più indispensabile ed importante per i Dolphins».
E per finire un giudizio sui tuoi due allenatori, Andrea Polenta e Roberto Rotelli. «Coach Polenta era all’esordio in under 19 ma è stato bravissimo a motivarci ed a portarci sino alla finale. Coach Rotelli è super preparato, come lui non ne trovi. Entrambi sono inoltre coadiuvati da un superstaff di persone che conosco il football e sanno come fartelo imparare. Il lavoro di divulgazione e di scouting fatto da tutte queste persone è stato tanto ed indispensabile per far crescere me e gli altri giovani».
Ufficio Stampa Dolphins Ancona
foto Lorenza Morbidoni / Luciano Capra