WEEK in review – Wild Card Round

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Il primo turno di playoff non regala particolari sorprese, con le squadre in casa che rispettano i pronostici, vincono, e vanno a far compagnia a Seamen Milano e Panthers Parma nel gruppo delle “Fab Four” di Prima Divisione. Tutto facile, anche troppo, per i Giants Bolzano, che seppelliscono di punti i Guelfi Firenze, mentre i Ducks Lazio faticano non poco ad avere ragione dei Dolphins Ancona: il punteggio finale può trarre in inganno, visto che il tabellone era fissato sul 12-12 a quarto quarto ampiamente iniziato. Come nell’incontro di regular season è stata un’accelerata finale la carta vincente dei romani, che con questo risultato dimostrano la bontà del progetto di fusione tra Marines e Grizzlies iniziato la scorsa offseason.

GIANTS BOLZANO (9-2) – GUELFI FIRENZE (4-7) 50-0

Tutto come pronostico a Bolzano, forse anche troppo. I Giants strapazzano i Guelfi, ai quali neanche la settimana di riposo pre-playoff serve a ritrovare un po’ di smalto. Per i toscani, tirando le somme della stagione, sicuramente positivo il conseguimento della postseason, ma l’aver perso sette partite consecutive dopo le quattro vittorie iniziali, e il modo in cui è stato perso questo wild card game non possono che far venire molti dubbi sul reale valore della squadra. I Giants si confermano sui loro livelli e conquistano “gara 3“ contro i Panthers: questa volta però in palio ci sarà l’accesso all’Italian Bowl e la tensione, già solitamente alta quando queste due squadre si trovano l’una di fronte all’altra, andrà alle stelle…

La difesa dei Guelfi delle ultime uscite si è dimostrata una delle peggiori del campionato, ma l’autorità e la tranquillità con cui Rodney Brown conduce il suo attacco ad un cinquantello inusuale per i Giants fanno luccicare gli occhi di Argeo Tisma. Il vero turning point della stagione di Bolzano potrebbe davvero essere stato l’infortunio a John Brown occorso contro i Giaguari, che ha spalancato le porte all’arrivo di Rodney, che in poche settimane ha dimostrato di essere di un livello superiore del predecessore.

Bastano e avanzano i 33 punti messi a segno nel primo tempo per archiviare la pratica, e il quarterback mette lo zampino in 3 delle 4 segnature: tre touchdown pass (due per Bonacci e uno per Simone) e uno su corsa personale. Anche Silot Pajan trova gloria, segnando un touchdown per tempo.

Contro la difesa dei Panthers sarà un’altra cosa, ma l’attacco dei Giants, quello guidato dal Brown “giusto”, ha già dimostrato in precedenza di poter mettere in difficoltà i ducali.

Sulla difesa dei Giants non sappiamo più cosa dire: se è vero che la retroguardia dei Guelfi non è una delle migliori della Prima Divisione l’attacco gigliato sicuramente ha delle individualità in grado di offendere, ma Ferrari e compagni riescono a ottenere lo shut out, concedendo poco o nulla nell’arco dell’intero incontro. Al momento della redazione non ho ancora le statistiche, ma credo che il total offense dei Guelfi sia stato davvero basso, con pochissimi primi down ottenuti. Il pick six di un ritrovato Steward serve da ciliegina sulla torta e da infusione di ulteriore confidenza per uno degli elementi chiave del reparto.

Domenica prossima sarà Panthers – Giants 3.0: partita da non perdere, e a giudicare da come sta giocando Bolzano nelle ultime settimane dal pronostico tutt’altro che scontato. Sarà un’altra battaglia.

I Guelfi lasciano male il 2018, l’attacco  malissimo. Non riuscire a segnare neanche un punto in una partita di playoff farà riflettere giocatori e coaching staff: tutta la squadra, ma l’attacco in particolare, ha vissuto un’involuzione continua ed inesorabile con l’andare della stagione. Probabilmente ha influito, ad un certo punto, anche il fattore mentale, ma per quanto la difesa dei Giants riesca a far “giocare male” gli attacchi avversari sembra quasi impossibile che quello visto allo Stadio Europa sia lo stesso reparto ammirato ad inizio campionato. Dawson non riesce ad essere incisivo, né sulle corse né sui passaggi, Vannucci stecca gli appuntamenti importanti, la linea non riesce a dare tranquillità agli skill players per sviluppare i giochi. La offseason servirà a guardare e riguardare i video per capire i motivi di questo crollo, perché le potenzialità ci sono ma qualcosa, da un certo punto in avanti, è evidentemente andato storto.

Per la difesa gigliata si può fare grosso modo lo stesso discorso fatto per l’attacco, ma forse in questo caso i motivi della debacle sono più facilmente individuabili: dal momento dell’infortunio di Holshoe, che aveva provato a rientrare, ma poi era stato costretto ad abbandonare Firenze, il reparto ha perso il suo leader, sia dal punto di vista emotivo che da quello pratico dell’efficienza in campo, e con lui quell’equilibrio che era servito a convincere nelle prime uscite. Brown and Co. segnano “at will” e a fine primo tempo la bandiera bianca è issata.

Finisce dunque nel peggiore dei modi la stagione dei Guelfi, che dovranno ripartire dal cercare risposta a tante domande, ma comunque con il riscontro positivo di aver centrato la post season. Vedremo l’anno prossimo cosa succederà.

DUCKS LAZIO (6-5) – DOLPHINS ANCONA (4-7) 32-12

Per i Dolphins Ancona le partite contro i Ducks Lazio dovrebbero durare tre quarti, non di più: come nello scontro durante la regular season, infatti, i dorici crollano nell’ultimo periodo spalancando ai romani le porte della semifinale. Sono dunque gli uomini di coach Bart Iaccarino ad emergere dal gruppone alle spalle delle “grandi” e ad entrare nella final four del Campionato.

L’attacco dei Ducks gioca una partita di sostanza: seppur inizialmente meno incisivo che in altre circostanze, il reparto guidato da Fortune evita errori e continua ad esprimere il suo football nell’arco dei quattro quarti. La scelta paga, perché sul finale di partita la seppur ottima difesa dei Dolphins cede ed arrivano in sequenza le due segnature che decidono la gara. Sempre sugli scudi Mike Gentili: non mi stancherò mai di dirlo, ma l’acquisto del running back oriundo ha davvero cambiato le sorti della squadra. Nessuno come lui infatti ha inciso maggiormente in un reparto in questa edizione del campionato di Prima Divisione, non solo dal punto di vista produttivo, ma soprattutto da quello dell’equilibrio che è riuscito a portare in un attacco storicamente troppo votato al gioco aereo. Le sue corse di concretezza dànno una dimensione diversa ai Ducks: basti pensare al primo touchdown della partita dei romani, arrivato via aerea sull’asse Fortune / Rinaldi ma in un gioco di play action, che ha funzionato alla grande grazie alle ripetute corse con successo effettuate da Gentili nel corso del drive. Anche la resistenza e la forza esplosiva non mancano a Gentili: il touchdown del 26-12, quello che ha virtualmente chiuso la contesa, è arrivato infatti dopo che l’oriundo è rimbalzato su un tentativo di placcaggio di Soltana per poi letteralmente esplodere in velocità verso la end zone avversaria, e si era “profondi” nell’ultimo quarto.

La difesa dei Ducks gioca una gran partita: la linea mette costante pressione a Dean, con Insom autentico MVP della gara. Il gioco del front seven favorisce anche una secondaria quest’anno più che sospetta, ma in  grado di sfruttare contro i Dolphins le opportunità createsi: i due intercetti messi a segno, uno dei quali riportato per sei punti dall’ottimo Gamboa, sono risultati determinanti per non far scappare i Dolphins nel punteggio prima e per ottenere il primo vantaggio nel match dopo. L’attacco come detto ha faticato non poco prima di riuscire a trovare le giocate giuste, ed è grazie alla difesa che la partita è rimasta a portata di mano. Il punt bloccato nel finale da Insom riportato per gli ultimi sei punti della partita ha rappresentato infine il punto esclamativo della prestazione personale del Nazionale. L’opportunismo messo in mostra in questo wild card game dovrà in qualche maniera diventare una costante in semifinale dove, contro un attacco come quello dei Seamen, sarà davvero dura non subire troppo.

In semifinale dunque i Ducks andranno a sfidare i Campioni in carica dei Seamen Milano: servirà un’impresa titanica, ma comunque andranno le cose nella Capitale ci sarà grande soddisfazione per una stagione andata forse anche al di sopra delle aspettative iniziali. Quel che è certo è che il progetto Ducks, nato dalla fusione di Marines e Grizzlies, ha già dato ottimi risultati al primo anno, e gli spazi di crescita sono ancora molto ampi.

I Dolphins rimpiangono gli errori commessi dal proprio attacco nel corso della partita ed un ultimo quarto ancora una volta scellerato. Dean parte bene, trovando Mosca per un facile touchdown pass che fa ben sperare per la giornata dei suoi. Con l’andare della partita, però, il quarterback dorico soffre oltre misura la pressione portata da Insom e gli altri uomini di linea dei Ducks e nel tentativo di strafare commette degli errori capitali. Il primo intercetto lanciato per le mani di Umetelli, quando si era sul 7-0 Ancona, ha tolto punti ad un drive promettente ed è stato trasformato in 6 punti dai Ducks, che hanno mangiato il campo nel drive successivo, mentre il secondo è stato addirittura riportato in touchdown da Gamboa per il 12-9 parziale, primo vantaggio romano della partita. Con qualche corsa personale Dean è riuscito poi a riportare i suoi a galla, permettendo il field goal di Brancaccio del momentaneo pareggio a quota 12, ma nel finale tutto il reparto è letteralmente imploso, senza riuscire a produrre alcun guadagno concreto. Metà partita discreta ma “sprecona” e l’altra metà incapace di sostenere lunghi drive: questa la sintesi della prestazione del reparto, purtroppo pessima quando si tratta di partite di playoff da dentro o fuori.

In difesa i Dolphins sfoderano un’altra prestazione solida, almeno per tre quarti e mezzo, ma poi soccombono sotto i colpi dei Ducks. Non riesco a dare particolari colpe al reparto, che tiene a sei punti un ottimo attacco come quello romano per più di tre quarti di gioco (il secondo TD dei Ducks è arrivato da un pick six). La stanchezza sicuramente è risultata decisiva nel finale, come la frustrazione del dover stare in campo praticamente sempre, vedendo il proprio attacco fermarsi proprio sul più bello. La sconfitta di Roma non toglie meriti a questa difesa che secondo me, al netto di un paio di amnesie dovute anche alla giovane età di molti dei suoi effettivi, è stata una delle maggiori sorprese in positivo di questo Campionato. Misher è stato un ottimo acquisto, Dal Monte ha giocato su livelli elevatissimi e tutto il reparto in generale ha giocato  un football solido e proficuo. Il futuro è roseo.

I Dolphins chiudono la stagione con un po’ di amaro in bocca: centrare i playoff è stata sicuramente un’impresa, ma perdere come si è perso non può non dispiacere. L’anno prossimo si ripartirà comunque da solide basi.

Dario Aviano

foto cover Studio Photosintesi
foto Caterina Pacicca, Andi King, Valentina Gallina, Studio Photosintesi

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