Una corsa a perdifiato lungo la sideline, imprendibile per tutti i compagni, così come un attimo prima lo era stato per i defensive back dei Seamen, nel silenzio dei 2500 del Breda gelati nonostante il caldo afoso della serata di Sesto San Giovanni: quest’immagine della incontenibile gioia di Myrup Nielsen, ricevitore danese dei Potsdam Royals autore della trasformazione da due punti che ha deciso la partita, fotografa il dramma sportivo vissuto dall’Italia del football al termine del V EFL Bowl. Dopo il vano tentativo di controsorpasso finale, affidato al piede dell’ottimo kicker Stefano Di Tunisi a tre secondi dalla fine, già complicato dalle 56 yards, che sono diventate 61 dopo una penalità per 12 uomini in campo e risultato bloccato dallo special team tedesco, sono rimasti tutti impietriti a fissare il tabellone luminoso: 42-43. Risultato finale. Anche questa volta l’Italia rimanda la festa.
Questo però è il football americano, uno sport unico che può regalare finali come quello del Breda, capace anche di rovinare una favola che sembrava indirizzata al lieto fine.
Per i Seamen sembrava già tutto scritto: la possibilità di giocare in casa, il pubblico delle grandi occasioni che ha incitato fino all’ultimo i propri beniamini e anche la partita quasi perfetta, che li vedeva avanti di 14 punti a 8 minuti e trentaquattro secondi dalla fine, momento del touchdown tedesco per il provvisorio 42-35.
Invece si deve ancora rimandare l’appuntamento con la storia, ma si tratta sicuramente di un arrivederci molto prossimo, non certo di un addio, come testimoniano le parole di Stefano Di Tunisi a fine partita: “Credo che l’intero movimento del football italiano debba essere orgoglioso per quanto fatto stasera. Abbiamo dimostrato di poter competere contro le corazzate tedesche, stiamo facendo grandi passi avanti. La differenza stasera è stata di un solo punto, il rammarico è davvero grande”.
I Potsdam Royals hanno raddrizzato e vinto in volata la partita dopo essere stati sotto di 14 punti, come detto, ma è stato per grande merito dei Seamen se si è arrivati in quella situazione. Passando alla cronaca, infatti, l’inizio non è stato dei migliori per gli italiani, che dopo aver fermato l’attacco tedesco hanno commesso fumble con Xavier Mitchell al primissimo gioco offensivo della partita. Potsdam ne ha immediatamente approfittato, portandosi in vantaggio grazie ad un touchdown sull’asse Gahafer / Zimmermann: 0-7.
Dopo uno scambio di punt finalmente si sveglia anche l’attacco di coach Wood e Mitchell, che aveva da farsi perdonare il fumble precedente, trasforma in un touchdown da 62 yard un lancio preciso di Luke Zahradka.
La partita si trasforma in una vera e propria battaglia aerea, con la Luftwaffe che piazza il colpo successivo: in apertura di secondo quarto entra in partita anche il velocissimo ricevitore danese Myrup Nielsen, che brucia la secondaria e segna il touchdown del 7-14. Ma anche i Seamen hanno ormai scaldato i motori, e riescono quasi subito a rispondere ancora: al termine di un drive in cui finalmente anche le corse riescono a produrre con efficacia, Zarhadka pesca proprio il runningback Danilo Bonaparte nell’angolo alto della end zone di Potsdam, lasciato colpevolmente solo dalla secondaria tedesca dopo essere uscito dal backfield per andare a ricevere.
Rimane sempre il gioco aereo l’arma principale dei Royals, ma nel drive successivo anche il runningback statunitense Smith fa capire di essere sceso in campo al Breda per dire la sua: dopo una lunga ricezione di Zimmermann che ha portato Postdam in situazione di goal to go è il colored a violare la endzone milanese per la terza volta. Nove yard di pura potenza e 14-21.
Neanche il tempo di smaltire la delusione che il pubblico del Breda può nuovamente gioire: è ancora Mitchell a colpire, stavolta di puro talento atletico. Il #14 dei Seamen, infatti, dopo aver raccolto un wide receiver screen da Zahradka si beve l’intera difesa dei Royals, che fa la figura di Wile E. Coyote che insegue Beep Beep: 21-21.
Sul successivo drive di Potsdam sale finalmente in cattedra anche la difesa dei Seamen: al terzo down Timotjevic riesce a portare una grande pressione su Gahafer che manca così un apertissimo Vohringer, e al quarto down Roman Vikhnin piazza un sack devastante sul malcapitato quarterback dei Royals, restituendo palla ai suoi.
Con ancora 1’51 da giocare nel primo tempo e la consapevolezza di poter affrontare in attacco il primo drive del secondo, i Seamen capiscono che è il momento di piazzare il drive giusto per allungare, e ci riescono alla perfezione: una impeccabile gestione del two-minute offense da parte di Zahradka porta i Blue Navy a ridosso della endzone di Potsdam, e il lancio millimetrico dell’oriundo per la ricezione in punta di dita e piedi di Mitchell nella end zone tedesca valgono il 28-21 e l’half time.
Alla ripresa del gioco sembra che l’inerzia della partita possa essere tutta dalla parte italiana, e quando sul drive d’apertura Zahradka, dopo una magia per sfuggire dalla pressione tedesca, pesca Bonaparte profondo nel territorio avversario sembra quasi fatta: l’urlo di gioia per un altro touchdown viene però strozzato nelle gole dei tifosi dei Seamen. Il pur ottimo runningback commette fumble proprio sul più bello, e anche il secondo turnover degli italiani viene trasformato in punti preziosi dai Potsdam Royals.
I tedeschi, infatti, riescono a coprire praticamente tutto il campo, e due corse di Smith risultano decisive: la prima per convertire un quarto e cinque a metà campo, la seconda per entrare in endzone e firmare il pari a quota 28.
Il cambio di inerzia potrebbe pesare nelle teste e nelle gambe dei giocatori italiani, ma i Seamen 2K18 sono una grande squadra anche per questo: assorbito il colpo, Milano torna a giocare il suo football. Coach Herford decide che è ora di stabilizzare il gioco di corsa, così Bonaparte e Stillitano vengono chiamati in causa più spesso. Il successo sulle corse costringe Potsdam a stringere sulla linea di scrimmage, e come un topo attirato nella trappola dal formaggio, i tedeschi pagano: play-action perfetta di Zahradka e bomba per Mitchell, fermato ad un passo dalla end zone tedesca. Con una QB sneak ci pensa poi lo Zar a completare l’opera per il nuovo vantaggio Seamen: 35-28.
I Royals, forse stupiti dalla tenacia dei Seamen, perdono un po’ la testa, e la partita, fino a quel momento correttissima, si incattivisce. Si assiste perciò ad una fase del match convulsa e spezzettata da tante, troppe flag, che portano anche all’espulsione del linebacker Steed da una parte e di Grassi dall’altra.
Dalla “rissa” ne escono tuttavia meglio i Seamen, che ritrovano la lucidità e piazzano, ancora con uno strepitoso Mitchell, il colpo del 42-28.
Siamo già nell’ultimo quarto, e sembra fatta, ma nel football, si sa, tutto può succedere. Così Potsdam, orgogliosamente, riesce a costruire il touchdwon del 35-42, grazie all’ennesima giocata aerea della partita sull’asse Gahafer – Saul.
Un paio di astute chiamate di draw trasformate in altrettanti primi down da Bonaparte fanno sperare nella possibilità di “congelare” la partita per i Seamen, ma una serie di sanguinose penalità mandano il drive in stallo, e dopo l’esecuzione del punt, i Royals tornano in possesso dell’ovale sulle proprie 15 yard circa e con poco più di tre minuti sul cronometro.
La difesa dei Seamen prova a gettare il cuore oltre ostacolo, e perfino un malconcio Morant rientra in campo dopo averlo abbandonato sul finire del terzo quarto. La secondaria tiene, costringendo il quarterback Gahafer a correre personalmente due volte consecutive, con il risultato di costringere i tedeschi al quarto down e aver “mangiato” quasi due minuti sul cronometro. Mancano un minuto e diciotto secondi alla fine quando ancora Gahafer riesce a convertire il disperato tentativo. Un gioco e un timeout dopo arriva una delle giocate decisive della partita: Gahafer trova sul profondo Zimmermann, che controlla l’ovale in volo e lo trattiene nella ricaduta. Primo e goal Royals.
In precedenza, in situazioni come questa, il coaching staff tedesco si era affidato alle corse del potente Smith, e dunque perché cambiare nel finale? Altra corsa di potenza di Smith e touchdown: 42-41 Seamen.
Arriviamo così agli ultimi secondi, quelli con cui abbiamo aperto il racconto di questo “instant classic” dell’EFL Bowl.
Nella GFL, almeno in regular season, non si va in overtime: non sappiamo se la non abitudine al meccanismo abbia potuto influire sulle scelte dei coach tedeschi, ma in ogni caso Gahafer resta in campo: si va da due. Do or die. Win or lose.
Snap, corsa di Smith, muro Seamen: il Breda già grida, è fatta. Ma il runningback dei Royals riesce a ridare la palla all’indietro al proprio quarterback, che in qualche modo entra in endzone. Festa tedesca. No. Fermi tutti. Flag. Blocco nella schiena, penalità. Timeout Royals.
A questo punto ci si aspetta di veder entrare in campo Felber per il tentativo di extra point che porterebbe le squadre in overtime, ed invece no: anche partendo dalle 18 yard i tedeschi vogliono vincerla.
Snap, si trattiene il fiato. Set dei piedi, no pressione. Lancio. Myrup Nielsen, tutto solo, segna. 42-43.
Poi l’inutile, disperato tentativo finale di field goal dei Seamen. Fine.
“Posso senza dubbio affermare che quella di stasera è la più grande delusione sportiva della mia carriera” esordisce un inconsolabile Danilo Bonaparte un attimo dopo le premiazioni. “Alla fine sono andati da due e hanno vinto. Hanno avuto ragione loro. Ora però dobbiamo tornare a concentrarci, perché tra quindici giorni ci attende una semifinale di campionato che sarà durissima.”
Al futuro prossimo pensa anche Xavier Mitchell, che ha risposto ai nostri microfoni dopo essere stato incoronato MVP della partita: “ E’ sicuramente un’emozione agrodolce quella di aver ricevuto questo premio nonostante la sconfitta, fa male. Ma abbiamo ancora tanto per cui giocare. Ora ci attendono i playoff del campionato italiano e non possiamo distrarci.” Sulla rimonta tedesca del finale lo sportivissimo Mitchell elogia i Royals: “Loro non si sono mai scoraggiati, hanno continuato a lottare e sono riusciti a tornare in partita e a trarne il massimo vantaggio. Hanno disputato una grande partita”.
La delusione dunque deve subito fare spazio al lavoro: i Seamen hanno da difendere il titolo italiano.
Il V EFL Bowl, in ogni caso, è stato uno spettacolo. Una partita che potrebbe essere presa come spot promozionale del football. Giocata bene, fino alla fine, da tutti i contendenti.
Tutto era perfetto, eccezion fatta per il finale. Peccato, davvero, ma siamo sicuri che dopo ieri sera il nome dei Seamen Milano comincerà ad essere segnato in rosso sui notes di molti head coach europei, come squadra da tenere d’occhio.
Dario Aviano
Foto Dario Fumagalli