Sabato pomeriggio battuti in casa dai Warriors Bologna
Una sconfitta per 6-14, quella patita al Nelson Mandela, che fa male e che brucia, dato che rispetto a Seamen Milano e Panthers Parma l’avversario era senza dubbio alla portata di mano della formazione dorica.
Coach Roberto Rotelli aveva chiesto e si aspettava un netto miglioramento delle prestazioni dell’attacco. Cosa che nonostante l’impegno dei ragazzi non è avvenuta. Complice anche l’assenza di Cristiano Brancaccio per infortunio anzi, i Dolphins in questa partita non hanno brillato particolarmente nemmeno nelle corse, riosultando troppo spesso prevedibili e troppo inclini all’errore.
E così Rotelli e l’offensive coordinator Loris Aquinati dopo aver provato molti ragazzi come running back ottenendo qualche risultato soltanto con Elia Giuliodoro, hanno deciso di provare ad inserire dei difensori in attacco, soprattutto come ricevitori. Ragazzi da cui in effetti si sono viste le cose migliori come Raffaele Rotelli, Riccardo Petrilli e Hugo Dyrendahl.
Ma tutto ciò è servito a poco nell’economia della gara.
Resta la consolazione di avere la seconda difesa della prima divisione per punti concessi, dietro solo ai Seamen Milano.
A inizio secondo quarto il primo touchdown bolognese con Nic Rooney che serve Matteo Zanetti pe il touchdown dello 0-6 che Davide Raia fa diventare 0-7 con il suo extrapoint. Nel successivo drive i felsinei replicano in maniera identica. Rooney trova Zanetti per il touchdown ed il kick di Raia porta il risultato sullo 0-14.
I Dolphins riescono ad accorciare le distanze solamente nell’ultimo quarto con Collin DiGalbo che serve Antonio Nocera per il touchdown del 6-14.
Da qui i Dolphins trovano la grinta e la carica necessaria per essere un po’ più pericolosi, tanto che le speranze doriche si riaccendono negli ultimissimi minuti grazie, forse, ad un errore dei Warriors che mal gestiscono il tempo rimasto e consentono ai Dolphins di giocare un ultimo drive che però si conclude con un nulla di fatto.
«Abbiamo giocato male –esordisce Rotelli- poco da dire. I Warriors hanno vinto e meritatamente». L’attacco non è sembrato rispondere al cambio di passo richiesto in settimana «Andiamo a due velocità e così non si ottengono i risultati. La difesa regge molto bene il campo ed è in grado di mettere in difficoltà attacchi molti blasonati. L’attacco no. E mi dispiace». Provi a spiegarci anche questa volta «Non parlerà in pubblico dei singoli. Non avrebbe senso. Ma troppe palle non vengono afferrate. Molte tracce sono male interpretate, altre corse lentamente o molto male. Facciamo apparire come dei protagonisti ogni difensore avversario e mi dispiace». Soluzioni? «Diventa difficile mantenere gli equilibri perché si vince e si perde assieme e volevo evitare i doppi ruoli attacco difesa. Ma a questo siamo dovuti ricorrere per provare a fare qualcosa. In settimana vedremo quali correttivi provare. Tattici e di uomini. E se ciò influirà sugli equilibri di squadra». Il morale è basso «Molto basso. Terza sconfitta di fila contro un avversario alla nostra portata ed una nostra diretta concorrente in classifica. Per giunta in casa. Alcuni ragazzi sembrano adagiati. E invece serve grinta su ogni azione, ogni palla. E non mi dimentico di certo che sono tutti ragazzi. Siamo la squadra più giovane del campionato. Pertanto, la volontà di fare bene c’è, l’esperienza si sta facendo e arriverà, ma la grinta e la voglia di lottare su ogni palla non la vedo. E invece deve esserci sin da subito».
Nelle altre partite del week end I Panthers Parma sono stati corsari a Ciampino contro i Ducks Lazio, 26-40 il risultato finale, mentre I Guelfi Firenze hanno sconfitto i Rhinos a Milano per 21-69. Una giornata di campionato caratterizzata dunque da tutte vittorie in trasferta.
E proprio i Guelfi Firenze saranno ospiti al Mandela sabato prossimo 22 maggio alle ore 18, per quella che sarà l’ultima partita di regular season prima dei due match previsti nella fase ad orologio e di cui, giocoforza, non si conoscono ancora i nomi degli avversari.
Ufficio Stampa GLS Dolphins Ancona
foto Germano Capponi