Intervista al kicker italiano dopo il taglio di Matt Bryant
Lo sguardo dell’head coach Dan Quinn mentre cercava di (non) rispondermi alla domanda sul futuro di Giorgio Tavecchio postagli durante la mia visita a Flowery Branch di dicembre (qui l’articolo sulla mia esperienza ad Atlanta) mi aveva dato qualche indicazione, mi aveva fatto capire che la fiducia che lui e il suo staff avevano nel kicker italiano era tanta, ma mi sono detto che forse la mia era più una speranza che una consapevolezza. Invece la risposta al perché una franchigia NFL come gli Atlanta Falcons tenesse a roster attivo due kicker, evento molto raro nella storia recente della lega di football americano più importante al mondo, è arrivata alcuni giorni fa.
All’indomani dell’annuncio fatto tramite i social dall’espertissimo kicker Matt Bryant, autentica icona per i tifosi dei Falcons, di voler continuare per almeno un altro anno la sua carriera nella NFL i Falcons lo hanno tagliato, lasciando Giorgio come unico kicker a roster, almeno al momento.
“This league is a business” , questione di affari, questa la motivazione data dagli analisti sulla scelta fatta dalla franchigia della Georgia, che sicuramente non aveva motivo di lasciar andare Bryant sulla base del suo rendimento in campo, da anni tra i migliori della NFL.
Con il taglio di Bryant i Falcons hanno recuperato circa 3 milioni sul salary cap, una cifra non importantissima ma evidentemente utile per le strategie studiate per la prossima free agency, durante la quale Atlanta cercherà di colmare alcune lacune del roster in ruoli chiave nella speranza di tornare tra i “contender” per la partecipazione al prossimo Superbowl.
Sicuramente un buon motivo dunque, ma per rinunciare così a cuor leggero a Bryant è certo che i Falcons abbiano grande fiducia nel talento e nelle capacità di Giorgio.
Nelle tre partite disputate nel 2018 Tavecchio è stato perfetto, mettendo a segno tutti e cinque i field goal tentati e centrando i pali negli otto extra point calciati. La sua prestazione all’esordio, nel Monday Night contro i New York Giants, inoltre, è risultata decisiva ai fini della vittoria dei Falcons.
Questo l’ottimo punto di partenza su cui costruire la nuova avventura in Georgia, per la quale Giorgio non vede l’ora di ritornare al lavoro, come mi ha detto recentemente al telefono.
«Quando è uscita la notizia del taglio di Bryant ero in viaggio, di ritorno da Londra dove ero stato in visita a mio fratello – esordisce –Sceso dall’aereo, appena riattivata la connessione dati, il telefono è impazzito: ho ricevuto una marea di messaggi dagli amici, che mi informavano e si congratulavano con me».
Mi sono unito alle congratulazioni, ma Giorgio mi ha subito fatto capire che per lui non cambia nulla, il pensiero va solo al lavoro da fare per arrivare pronto ad Aprile, quando ci sarà il primo raduno della squadra.
«Se vogliamo fare facili speculazioni, il fatto che Bryant sia stato tagliato è positivo per me, ma non mi illudo. In fondo l’anno scorso mi sono trovato nella stessa situazione, quando i Raiders hanno rinunciato a Janikowski in offseason, e poi sappiamo come è andata a finire. Ora ho terminato le mie vacanze, sono tornato a casa e ho subito iniziato il lavoro di conditioning personale. Il mio obiettivo al momento è solo quello di prepararmi al meglio per quando si tornerà a lavorare in squadra. Tutto il resto è fuori dal mio controllo. Io lavorerò duro come sempre, cerco di migliorarmi ulteriormente e poi si vedrà.»
Vero, la situazione è simile, ma nei Raiders la scorsa offseason è cambiato l’intero coaching staff, come head coach a Del Rio è subentrato Gruden, il quale ha iniziato un vero e proprio rebuilding, e Giorgio è stato uno dei primi giocatori a farne le spese.
Appena terminato il campionato ad anche ad Atlanta ci sono stati dei cambiamenti: sono stati sollevati dall’incarico tutti e tre i principali coordinatori, compreso quello degli Special Teams. Ma Quinn è restato, ed è proprio lui che ha voluto tenere Giorgio, quindi ci aspettiamo che almeno all’inizio della preparazione il titolare sia lui.
Anche il fattore ambientale conta: in Georgia Giorgio si è trovato subito molto bene.
«Cambia sempre qualcosa nei vari posti in cui ho lavorato. Gli ambienti sono diversi, e può essere diverso il periodo personale di vita in cui ti sposti da una città ad un’altra. Ad Atlanta mi sono trovato fin da subito molto bene: l’ambiente è positivo, accogliente. MI sono sentito subito a mio agio, cosa che ho apprezzato e che non è affatto scontata in uno spogliatoio NFL. Ad esempio Matt (Bosher, il punter, ndr)mi ha preso sotto la sua ala, trattandomi un po’ come fossi suo fratello minore. Mi ha invitato a casa sua a cena diverse volte, soprattutto all’inizio della mia esperienza, e ha favorito molto il mio ambientamento con i compagni di squadra. Ma anche tutti gli altri mi hanno accolto bene. “Brotherhood” non è solo un motto da queste parti, ma un vero e proprio stile di vita. Spero che continui così.»
Sicuramente la pressione aumenta anche da parte dei tifosi, che vedevano in Bryant, soprannominato Money per la garanzia di successo che dava, uno dei leader della squadra. Anche la tifoseria ha però ha compiuto atti di stima nei suoi confronti, come la creazione del soprannome “Italian Ice” per a freddezza con cui Giorgio ha realizzato tutti i calci che è stato chiamato ad effettuare e molti commenti positivi sulla sua conferma a roster.
«Con i tifosi si è creato un buon feeling. Non è facile subentrare ad un kicker come Bryant e mantenere alta l’asticella delle aspettative, ma ho sentito il loro appoggio in maniera costante. Certo, la pressione c’è e si sente, ma come ho detto prima, io cerco di concentrarmi sempre e solo sul mio lavoro senza condizionamenti esterni.»
Queste le impressioni di Giorgio Tavecchio sull’inizio del nuovo capitolo nella sua avventura in NFL, un viaggio finora difficile e pieno di strade tortuose, ma che gli ha già dato molte soddisfazioni e, siamo certi, tante altre gliene darà.
«Un saluto a tutti i tifosi del football italiano e un ringraziamento per il sostegno che mi date da sempre. Seguo sempre con molto interesse anche il movimento italiano, e grazie a Dario cerco di tenermi informato sugli eventi. Ci sentiamo presto!»
Ora, da tifoso italiano, non vedo l’ora che la lunga off season passi veloce per ammirare nuovamente Giorgio all’opera, in partite che contano e chissà, magari non solo dalla televisione…
Dario Aviano
foto Andi King