Altro turno importante quello disputatosi in Prima Divisione. Le vittorie, soprattutto negli scontri diretti, cominciano ad essere pesantissime, come quella conseguita dai Ducks Lazio ad Ancona sui Dolphins, al termine di una partita pazzesca. Roma si rilancia, Ancona praticamente fuori dai giochi. Come i Giaguari Torino, che perdono a Bolzano la sesta partita consecutiva, nonostante l’ottima prova difensiva, e vedono adesso il prossimo turno contro UTA come uno spareggio salvezza. I Rhinos, che passano a Pesaro, completano il ribaltone, passando da 0-3 a 4-3: le ultime tre partite sono però di quelle davvero toste, e un piazzamento ai playoff non è ancora sicuro. Dopo lo scontro diretto, Seamen e Panthers tornano a dominare gli avversari: vittime i Lions Bergamo ed i Guelfi Firenze, in calo verticale.
SEAMEN MILANO (7-0) – LIONS BERGAMO (2-5) 52-14
I Seamen non hanno intenzione di fermarsi, mai, e contro i Lions lasciano in campo parecchi titolari anche a risultato ampiamente acquisito, centrando così il secondo cinquantello stagionale. Come già detto settimana scorsa, non era questa per i Lions la partita giusta per fermare l’emorragia di sconfitte: per gli orobici piove anche sul bagnato, visto che tornano da Milano non solo con una pesante sconfitta ma anche con diversi infortuni, di cui un paio nella già precaria linea offensiva.
Poco da dire sulla prestazione offensiva dei Seamen: il reparto era semplicemente troppo per gli avversari. Zarhadka & Co. hanno giocato sul velluto, e grazie al letterale dominio della linea ogni tipo di giocata riusciva. A segno Di Tunisi, Mitchell e Fiammenghi su passaggio, ma anche Bonaparte e Stillitano su corsa. Interessanti spunti sul fronte “prove”, dove si è visto anche Mitchell nel backfield in posizione di running back a ricevere un pitch da Zahradka in option. Risultato: touchdown.
Difesa nuovamente granitica, che poco o nulla ha concesso agli avversari se non nell’ultimo quarto quando si era ampiamente in mercy rule. La linea mette costante pressione, i linebacker volano, la secondaria è precisa e attenta, orchestrata con maestria da Morant: altro 10 in pagella.
Per i Seamen il campionato va ora temporaneamente in archivio: sabato prossimo infatti i milanesi affronteranno i Black Panthers di Thonon les Bains per una partita che vale l’accesso alla finale di EFL.
Per l’attacco dei Lions è stata questa una partita da incubo: Fimiani non è riuscito, se non a spot, a seminare il solito panico nella difesa avversaria, Morris è riuscito a graffiare solo sul finale, a gara ampiamente conclusa, e la linea ha perso per infortunio un paio di elementi, di cui uno, Prandi, sicuramente per tutta la stagione. Non mi sento di dare un giudizio troppo negativo sul reparto, dato l’esiguo roster, la giovane età e la forza dell’avversario: sarà importante voltare subito pagina e cercare nuove soluzioni per aumentare gli ottani, perché qualche speranza di playoff ancora c’è, ma il margine di errore è ridottissimo.
Per la difesa orobica vale più o meno lo stesso concetto espresso per l’attacco: difficile dare una valutazione dopo una partita in cui si sono sì concessi più di 50 punti, ma contro un avversario davvero forte. Considerati tutti i playmaker a disposizione dei Seamen ed il fatto che la linea è stata dominata dall’avversario per linebacker e defensive back era davvero dura fare meglio. Testa alla prossima.
Dopo una settimana di riposo i Lions ospiteranno i Panthers Parma: si chiude così il ciclo terribile del calendario degli orobici, che sicuramente non saranno favoriti ma dovranno cercare a tutti i costi di vendere cara la pelle.
DOLPHINS ANCONA (2-5) – DUCKS LAZIO (3-3) 30-36
I Ducks Lazio espugnano Ancona in una partita fondamentale in chiave playoff, e lo fanno in dramatic fashion, rimontando l’avversario in un ultimo quarto da 24 punti, in cui è davvero successo di tutto. Sul 24-12 per i Dolphins, infatti, questa la successione degli eventi degli ultimi minuti di partita più pazzi degli ultimi tempi: touchdown Gentili e trasformazione da 2 per il 24-20 Dolphins, intercetto Fortune a 4 yard dalla end zone anconetana per il mancato sorpasso, allungo dorico sul 30-20 con un lancio sull’asse Dean – Soltana al quarto down e 10, distanze accorciate dai Ducks con un lancio di Fortune per Biancalana al quarto down e 19, conseguente onside kick sul 30-28 ricoperto dai Dolphins, che però commettono fumble con Dean al primo down successivo e touchdown decisivo ancora di Biancalana completamente solo sull’ennesimo lancio della serata di Fortune per il 30-36 finale. Da leggere proprio così, tutto d’un fiato, come è stata la partita: spettacolo. Volano i Ducks, crollano i Dolphins, che perdendo l’ultimo incontro stagionale a disposizione tra le mura amiche e l’ennesimo scontro diretto sono ora molto distanti, forse ormai troppo, dai playoff.
Attacco dei Dolphins dai due volti: molto concreto nel primo tempo, troppo sprecone e ingolfato nel secondo. Dean ha giocato una discreta partita, nella quale ha trovato un paio di ottimi lanci e qualche corsa personale importante, ma è stato anche l’autore del sanguinoso fumble nel finale che ha consentito ai Ducks di avere l’ultima possibilità di sorpasso. Con Marchini il gioco di passaggio è un altro rispetto a quello vistosi senza il #88, ma è comunque durato un tempo. I Ducks hanno evidentemente fatto ottimi aggiustamenti nell’half time, e senza una efficace minaccia sulle corse a parte Dean i Dolphins non sono stati in grado di amministrare il vantaggio conseguito nei primi due quarti. Il drive dell’unica segnatura del secondo tempo, vissuto su due singoli big play, è stato quasi casuale in un momento della partita in cui Ancona stava capendo davvero poco, come il successivo fumble del quarterback dorico ricordato prima, a ridosso degli ultimi due minuti di gioco, dimostra.
La solitamente attenta e diligente difesa marchigiana mi ha deluso: al di là del numero di punti subiti, non sono riuscito a capire come fosse possibile che Biancalana fosse completamente libero in occasione degli ultimi due touchdown segnati, soprattutto in una situazione in cui gli avversari, dovendo rincorrere e avendo poco tempo a disposizione, fossero praticamente costretti a lanciare. Anche sulle corse, dopo un primo tempo in cui i dorici sono riusciti tutto sommato a contenere Gentili, il reparto ha concesso troppo al seppur forte import. Nonostante i 3 intercetti messi a segno, concedendo 24 punti in un solo quarto non si può considerare la prestazione sufficiente, soprattutto in una partita vitale come questa. Peccato perché, lo ripeto, il reparto mi aveva favorevolmente colpito nell’arco di tutta la stagione.
L’attacco dei Ducks è stato forse quello che ha maggiormente contribuito a rendere pazza la partita. A tratti asfittico, a tratti dominante, ha vissuto la partita tra big play ed errori gravi e grossolani, come almeno due dei tre intercetti lanciati da Fortune. Il quarterback americano ha però avuto il grande merito di non scomporsi, lasciarsi alle spalle gli errori commessi e mettere a segno un paio di lanci pesantissimi determinanti per la vittoria finale. Prestazione monstre di Biancalana, che ruba la scena a tutti e veste i panni dell’eroe di giornata: il suo uno-due, jabb-montante alla mascella dei Dolphins sul finale di partita potrebbe aver deciso, nel bene, le sorti della stagione della sua squadra. Gentili risponde sempre presente, caricandosi sulle spalle il reparto nei momenti più difficili e garantendo sicurezza all’intera squadra. Al netto degli errori e dei passaggi a vuoto, su cui il coaching staff dovrà ancora certamente lavorare, le qualità e le possibilità di fare bene ci sono, eccome.
Il reparto difensivo capitolino ha raddrizzato, nel secondo tempo, una partita nata male e nella quale aveva pagato, in termini di punti, anche alcuni errori dell’attacco. Dopo aver concesso troppo a Dean, Marchini ed il resto della batteria di ricevitori dei Dolphins dopo l’half time i Ducks hanno abbassato la saracinesca, aiutando l’attacco a mantenere confidenza e risultando, di conseguenza, determinanti per la rimonta pazzesca della squadra.
Questa vittoria non poteva arrivare in un momento migliore per i Ducks: nelle prossime due settimane infatti i romani dovranno affrontare prima i Panthers e poi i Seamen. Raggiunta quota tre vittorie, due eventuali sconfitte potrebbero essere digerite molto meglio, in vista degli ultimi due scontri con Guelfi e Lions in cui ci si gioca la post season.
GIANTS BOLZANO (5-2) – GIAGUARI TORINO (1-6) 21-0
Nell’ultimo, disperato tentativo di riavvicinarsi alla zona playoff i Giaguari ci provano, e tengono molto bene il campo contro i Giants Bolzano. L’inefficienza offensiva però li condanna all’ennesima sconfitta: non mettere punti sul tabellone non è l’ingrediente giusto per la ricetta della vittoria. A differenza delle precedenti uscite contro le squadre il cui nickname non comincia per S o per P, i Giants non brillano affatto, e per vincere la partita si affidano alla vecchia formula: ottima difesa e attacco cinico nei momenti giusti. La partita ha visto gli infortuni di entrambi i quarterback titolari, John Brown dei Giants e Luke Rubenzer dei Giaguari, non rientrati in campo nel secondo tempo della partita: per entrambe le squadre sarà fondamentale capirne la gravità, perché né altoatesini né torinesi (al secondo import QB infortunato in stagione, terzo in due anni) possono prescindere da loro nelle prossime settimane di gioco.
L’attacco dei Giants ha commesso troppi errori, pregiudicando diversi drive che sembravano poter avere successo. Brown è stato impreciso nei lanci lunghi e Mark Simone, fin quando ha giocato nella sua classica posizione di ricevitore, ha influito in maniera negativa con un paio di drop e un fumble. Il quarterback, prima di infortunarsi, è riuscito comunque a segnare con una corsa personale il primo touchdown della partita, fondamentale in uno scontro fino a quel momento dominato dalle difese. Paradossalmente il reparto ha funzionato meglio nel secondo tempo, quando con Simone quarterback si è affidato di più al gioco di corsa, che ha messo in evidenza un Petrone in gran forma e ha sfiancato la seppur ottima difesa torinese. Non può però essere questa la formula vincente anche in futuro: la speranza è che la caviglia sulla quale ho visto zoppicare Brown alla fine del primo tempo non sia troppo malconcia.
La difesa dei Giants ha vinto la partita: soprattutto nel primo tempo, quando i Giaguari hanno a lungo mantenuto il vantaggio del “field position”, il reparto ha fatto un lavoro egregio nel limitare gli avversari. Rubenzer è riuscito in un paio di occasioni a centrare corse lunghe, ma è stato anche messo sotto pressione più e più volte e ha subìto diversi sack. Prestazione maiuscola di Alex Ferrari, che sembrava essere ovunque: placcaggi, sack e anche un fumble provocato su Rubenzer nel finale di primo tempo che ha dato all’attacco, dopo il ritorno di Patrick Pomipilii, una posizione di campo finalmente favorevole, dalla quale non per niente sono arrivati i primi ed unici punti della frazione. Anche nel secondo tempo, quando i Giaguari hanno presentato Morelli in cabina di regìa e Hale come running back, i Giants non hanno sofferto troppo: anche la buona sorte è stata dalla loro parte, quando una penalità contro l’attacco torinese ha negato la segnatura ad Hale che in quel drive, un paio di volte, era riuscito a scardinare il muro di Bolzano. Sarà ancora sulla difesa, non mi stancherò mai di dirlo, che i Giants continueranno a fare perno anche nelle prossime partite.
Per Bolzano è in arrivo ora un turno di riposo: alla ripresa si andrà a far visita ai Rhinos Milano, una delle squadre più calde del momento. Non sono ammesse distrazioni.
L’attacco dei Giaguari, seppur di fronte ad un’ottima difesa come quella dei Giants, ha combinato davvero troppo poco per poter portare a casa la partita. In special modo nel primo tempo, quando grazie alla difesa i torinesi hanno goduto di ottime posizioni di partenza per i propri drive, i troppi errori e le troppe penalità hanno vanificato gli sforzi. Come sempre, Rubenzer ha dimostrato di essere in grado di conseguire ottimi guadagni sulle corse, ma non è stato aiutato dai compagni nel gioco aereo: solo nel primo tempo ho contato almeno 5 drop dei ricevitori torinesi, alcuni clamorosi. Il quarterback si è infine addirittura infortunato sul finale di primo tempo, e le notizie per ora vaghe che arrivano da Torino parlano di “qualcosa di non buono al ginocchio destro”. Senza Rubenzer l’attacco è sembrato ancora più in difficoltà, ma è necessario trovare delle soluzioni al più presto: la prossima sfida sarà infatti quella salvezza contro UTA.
Dopo una serie di prestazioni insufficienti la difesa dei Giaguari si dimostra un pessimo cliente per l’attacco dei Giants: la linea, seppur decimata dagli infortuni, riesce a tenere, i linebacker volano e la secondaria è molto attenta nelle marcature, soprattutto sui lanci lunghi. Così, per tutto il primo tempo, i Giaguari lasciano le briciole ai Giants e giocano in confidenza. Il touchdown subito nel finale, però, arrivato dopo un turnover dell’attacco che ha lasciato palla ai Giants a ridosso della red zone, ha un po’ spezzato le gambe al reparto, che nel secondo tempo, complice anche la totale assenza dell’attacco, è dovuto restare in campo per troppo tempo e alla lunga ha perso per KO tecnico. Peccato, perché questa prova è stata davvero incoraggiante: sarà importante non perdere la lucidità, perché sarà probabilmente sulla difesa che i Giaguari dovranno contare per battere UTA ed evitare di scivolare all’ultimo posto in classifica.
Prossimo turno per i Giaguari, come detto, sarà contro Pesaro: una sorta di spareggio salvezza.
PANTHERS PARMA (5-1) – GUELFI FIRENZE (4-3) 38-14
Assorbita la sconfitta contro i Seamen, i Panthers riprendono da dove avevano lasciato, dominando gli avversari e cementando un secondo posto che non credo possa essere messo a rischio. I Guelfi, dal canto loro, dimostrano di non reggere il passo con le migliori, e tornano a Firenze con la terza sconfitta consecutiva. Non è il caso di abbattersi, comunque: il ciclo terribile del calendario è finito, e nelle ultime tre partite è a portata di mano il conseguimento della quinta vittoria stagionale, che cementerebbe un piazzamento ai playoff.
L’attacco dei Panthers entra in campo deciso a chiudere la partita fin da subito, e riesce nell’intento: cinque drive, cinque touchdown, 35-0. Poi, nel secondo tempo, riposo per molti titolari e controllo della partita. Alinovi segna ancora, ma si infortuna, e questa potrebbe essere una brutta tegola per i ducali: i playmaker non mancano, ma nelle geometrie e negli equilibri del reparto il #20 è fondamentale e dover fare a meno di lui sarebbe comunque difficile. Non segna Duhram, ma lo fanno Finadri, Polidori e Malpeli Avalli. Tutto buono per ritrovare fiducia dopo la prestazione abulica fornita contro i Seamen. La partita è stata utile anche per Monardi, preciso e concreto: quando non è costretto a sfuggire alla pressione costante degli avversari il quarterback del Blue Team è in grado di sezionare in maniera chirurgica le difese avversarie.
Ottima prova anche della difesa, che pur priva di Diaferia annulla completamente Dawson e Vannucci, almeno fino a quando sono restati in campo i titolari. Oltre a concedere zero per tutto il primo tempo il reparto mette la ciliegina sulla torta con un intercetto riportato in touchdown da Leone. Nel secondo tempo fuori McMakin e parecchi altri titolari, i Guelfi segnano 14 punti ma di quelli che non fanno nessun male.
Nel prossimo turno i Panthers affronteranno i Ducks Lazio, che arriveranno a Parma con il coltello fra i denti, essendo impegnati nella bagarre playoff che coinvolge diverse squadre: non penso però che i ducali vogliano far diventare il Lanfranchi terra di conquista per gli avversari, e non lasceranno nulla al caso.
L’attacco dei Guelfi è in grande involuzione: certo, si giocava a Parma contro una fortissima difesa, ma Dawson & Co, aldilà della scarsa produzione contro i titolari dei Panthers, sono sembrati proprio senza soluzioni. Troppe palle perse: quello che è stato un trademark nelle 4 vittorie iniziali si è completamente volatilizzato. Non esiste, inoltre, un running game degno di tal nome, a parte le corse estemporanee di Dawson, e questo è un altro grande limite. Per evitare un ulteriore crollo nel finale di stagione è necessario che il coaching staff lavori molto su questo aspetto: le potenzialità, contro i prossimi avversari, ci sono.
Nella difesa dei Guelfi c’è stato il rientro del preziosissimo Holshoe, seppur a mezzo servizio. I toscani hanno patito molto la sua assenza, ma anche con lui in campo contro i Panthers c’è stato poco da fare. Il reparto ha dato l’impressione di essere in totale balìa degli avversari: i primi cinque drive dei Panthers sono andati vicini dal sembrare una partita di College contro Pee Wee. Anche qui urge correre ai ripari: con un attacco che non sembra più in grado di segnare troppi punti a partita è bene cercare di concedere agli avversari il meno possibile.
Settimana prossima i Guelfi riceveranno i Dolphins Ancona: i dorici sono in crisi, e potrebbe essere questo il match point da sfruttare per raggiungere quota cinque nella casella delle vittorie e centrare i playoff. Urge dunque ricompattarsi, e alla svelta.
UTA PESARO (1-6) – RHINOS MILANO (4-3) 21-46
Un Ellison ancora una volta dominante consente ai Rhinos di centrare la quarta vittoria consecutiva e portare il record in positivo per la prima volta in stagione. L’accresciuto entusiasmo sarà determinante per affrontare le ultime tre partite di regular season, davvero difficili. Per avere la certezza di centrare la post season serve almeno un’altra W. Per UTA, dopo l’impresa compiuta a Bergamo, arriva invece la sesta sconfitta stagionale: la prossima trasferta di Torino rischia di diventare uno spareggio salvezza.
Pesaro ripresenta Fiordoro in cabina di regìa schierando Germany principalmente come wide receiver. Arriva una segnatura a lunga gittata su Spada, autore di un’ottima prestazione, ma anche due intercetti e molti errori, che non permettono al reparto di sostenere lunghi drive, necessari a tenere sulla sideline il mostro Ellison, e mettere abbastanza punti sul tabellone. Il running game, affidato a Bartolini, non è risultato efficace, e anche le corse di Germany, touchdown a parte, sono state meno efficaci del solito. Un ritorno all’attacco ibrido, con l’alternanza nei due tempi di Fiordoro e Germany in cabina di regìa, potrebbe essere la soluzione più adatta per Torino. Vedremo.
La difesa degli UTA, dopo aver retto bene il campo a Bergamo, ha ceduto di schianto sotto i colpi dell’esplosivo attacco dei Rhinos. Quinn mette a segno un pick six, ma è stata l’unica nota positiva in quello che è stato un autentico bombardamento da parte di Ellison e dei ricevitori milanesi. Il reparto ha patito anche le corse di potenza di Napolitano, e quando il quarterback avversario ha deciso di mettere in moto le gambe ha segnato un touchdown.
Come già detto, per UTA è in arrivo un autentico spareggio salvezza contro i Giaguari Torino: sarà una settimana di fuoco in preparazione della sfida che vale una stagione.
L’attacco dei Rhinos è in questo momento ai livelli di quello di Seamen e Panthers: il livello di gioco di Ellison è da “import of the year”, e la batteria di ricevitori è super hot. Di nuovo vicino alle 300 yards lanciate, Ellison ha lanciato la bellezza di sei touchdown: due a testa per Elmi e Bonanno, uno per Peveraro e Boni. Arioli, pur non andando a referto, è stato ancora una volta il target preferito del suo quarterback, risultando il recieving leader con ben oltre 100 yard racimolate. Come già detto settimana scorsa, Napolitano non è il più spettacolare giocatore del campionato, ma le sue corse tutta sostanza sono ugualmente importanti nell’economia del reparto.
La prossima difesa da affrontare sarà quella dei Giants, ottima, ma credo che questo attacco sia in grado di fare parecchio male anche agli altoatesini.
La difesa concede poco a UTA, mette a segno 3 sack e Conroy “pizzica” l’ovale due volte. Germany segna in situazione di goal line, ma per il resto viene tenuto a bada senza patemi. Ancora qualche distrazione qua e là, come quella che ha permesso il touchdown di Spada, ma nel complesso un’ottima prova.
Settimana prossima i caldissimi Rhinos affronteranno i Giants Bolzano, che potrebbero essere privi del quarterback Brown: l’occasione è ghiotta per centrare la quinta vittoria consecutiva, che significherebbe playoff. Bisogna capitalizzare, visto che nelle ultime due uscite di regular season i milanesi affronteranno Seamen e Panthers, non proprio le due squadre più abbordabili del campionato.
Dario Aviano
Foto cover di Claudio Bugatti
Foto di Dario Fumagalli, Valentina Gallina, Claudio Bugatti, Cesare Cosentino, Filippo Baioni