WEEK in review / Sesta giornata

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Con la sesta giornata il campionato entra nel vivo, e ce ne siamo accorti. Il weekend è stato tra i più intensi e spettacolari della stagione, e non sono mancate conferme e grandi sorprese. Come quella degli UTA che, sbancando Bergamo, riaprono completamente la corsa salvezza. Con Seamen e Parma continui a far coppia a sé c’è poca elettricità in cima alla classifica, ma alle loro spalle è pura rissa. Quello finale sarà un mese di football ad alta tensione e drammatico.

Seamen vs Giaguari | WEEK 6 © Dario Fumagalli

SEAMEN MILANO (5-0) – GIAGUARI TORINO (1-5) 42-7

I Seamen non fanno sconti, battono agevolmente i Giaguari e proseguono la loro galoppata in attesa di incontrare i Panthers, con i quali quasi certamente si giocheranno il primo posto in griglia playoff. I torinesi fanno intravvedere qualche progresso in attacco, dove Rubenzer ha cuore e doti, ma sono sempre più porosi in difesa.

Poco da dire sulla prova offensiva dei Seamen: i campioni uscenti hanno segnato “at will”, e tutto funziona. Zahradka ha giocato sul velluto, e ha colpito indistintamente tutti i suoi ricevitori: contro i Giaguari non solo Mitchell e Di Tunisi, ma anche Lamamra, Previtali e Fiammenghi hanno trovato la end zone. Bonaparte ha giocato in versione “beast mode”, e ha impreziosito la prestazione con un touchdown a lunga gittata nel secondo tempo. Ottimo.

La difesa ha contenuto bene il pur generoso Rubenzer, facilitata soprattutto dal lavoro della linea che ha dominato quella avversaria, e non ha mai lasciato al quarterback import il tempo necessario per far sviluppare le tracce dei ricevitori. Solo in occasione di qualche invenzione dell’ex Cal i marinai hanno concesso qualcosa, ma nel complesso  è stata un’altra prova dominante.

I Seamen sono ora al momento della verità: settimana prossima andranno a far visita ai Panthers: in palio il seed numero uno del tabellone playoff.

I Giaguari, pur nella sconfitta, hanno fatto intravvedere una crescita offensiva: Rubenzer, con una settimana in più di allenamento insieme ai compagni, sta sviluppando una buona intesa con i suoi ricevitori, e in una partita complicata come quella contro i Seamen ha anche dimostrato di avere un gran carattere: contro i milanesi è ancora troppo poco, ma in futuro potrebbe davvero essere l’arma in più dei torinesi: come detto settimana scorsa, però, forse troppo tardi.

La difesa torinese invece continua a preoccupare, e non poco. Vero è che i Seamen sono una squadra completa e ricca di playmaker, ma la facilità con cui i milanesi affondavano  i colpi è parsa disarmante. Soprattutto nel backfield le lacune più grosse: i cornerback concedono sempre cuscini amplissimi agli avversari, eppure riescono a farsi saltare sul profondo o a reagire tardi nelle tracce corte sbagliando placcaggi. Non si salva neanche MIchitti: quella di Sesto è stata per lui un’altra prova anonima.

Torino è al punto del non ritorno: a 1-5 deve vincere tutte le sfide ancora in programma per sperare nei playoffs. Peccato che la prossima, tra due settimane, sia la più dura delle restanti: si va in trasferta a Bolzano, contro i Giants.

Ducks vs Rhinos | WEEK 6 © Andi King

DUCKS LAZIO (2-3) – RHINOS MILANO (2-3) 33-45

I Rhinos sono in forte ripresa: la vittoria di Roma, più netta di quanto dica il punteggio, rilancia completamente i milanesi nella lotta playoff mentre inguaia i laziali, per i quali la prossima trasferta di Ancona diventa quasi decisiva.

I Ducks hanno dato il meglio con il loro attacco nel secondo quarto, quando grazie soprattutto al gioco aereo sono stati in grado di rientrare in partita dopo aver subìto l’avvio veemente dei Rhinos. Nel secondo tempo non hanno però retto l’offensive struggle sul quale i milanesi hanno portato l’incontro, e hanno trovato gli ultimi 13 punti solo nel finale, a partita ormai compromessa. La sconfitta non è certo da imputare all’attacco, ma sono comunque rimasto perplesso da alcune delle scelte fatte dal coaching staff, come quella di schierare Gentili da wide receiver per molti più snap che da running back quando di tempo ce ne era ancora tanto. Forse un po’ più di pazienza nel restare sul “piano A” avrebbe potuto pagare di più, ma restano ipotesi.

E’ la difesa il reparto che è completamente mancato ai Ducks in questa partita: la linea a tratti è riuscita a mettere sotto pressione Ellison, ma l’agile quarterback dei Rhinos è sempre riuscito ad evitarla, mentre la secondaria non è mai riuscita ad opporre la minima resistenza ai ricevitori avversari: Franchi, Bonanno e Arioli hanno fatto il bello ed il cattivo tempo. Subìre 45 punti è davvero troppo per sperare di vincere.

I Ducks dovranno sfruttare al meglio le due settimane a disposizione per preparare la trasferta di Ancona, in special modo per trovare gli aggiustamenti difensivi utili a contenere gli avversari: perdere un altro scontro diretto potrebbe risultare fatale in ottica playoff.

Nelle ultime tre uscite l’attacco dei Rhinos sembra completamente rinato se paragonato alla brutta copia vista all’opera nelle prime due. Ellison ha sempre più in mano il reparto, e mentre all’inizio del campionato sembrava poter trovare soluzioni vincenti solo correndo, ora sembra un quarterback completo anche nel gioco aereo. Le armi ci sono, e l’intesa con Bonanno, Arioli & Co. è ottima: contro i Giaguari fu Arioli a disputare una prestazione monster, a Roma è stato il turno di Bonanno, che ne ha prese dieci per più di 150 yard. Ellison è andato vicino alle 300 yard lanciate, non male sul serio. Nonostante l’assenza di Querzola il mix composto da Napolitano, Gogat e Gerges ha tenuto botta sulle corse: questo reparto inizia a far paura, prossimi avversari avvisati.

Anche la difesa ha giocato un’ottima partita, ma questa non è una grande novità. Al di là dell’occasione del touchdown subìto su ricezione Conroy ha ottimamente contenuto il pericolosissimo Gentile, mentre la linea ha messo a disagio Fortune a più riprese: alla fine sono stati concessi 33 punti, ma gli ultimi 13 a partita ampiamente in ghiaccio.

Non c’ è riposo per i Rhinos, che nel prossimo weekend andranno a far visita ai Lions Bergamo, alla ricerca di una terza vittoria consecutiva che non solo significherebbe riportare il record in parità, ma anche lanciarsi definitivamente in zona playoff. E’ un altro scontro diretto importantissimo, e i milanesi ci arrivano con grande confidenza.

Giants vs Guelfi | WEEK 6 © Valentina Gallina

GIANTS BOLZANO (4-2) – GUELFI FIRENZE (4-2) 48-7

Il duello per il terzo posto disputatosi a Bolzano ha emesso un verdetto: lassù, inarrivabili, ci sono Seamen e Panthers, poi ci sono i Giants, poi tutti gli altri. La squadra di Argeo Tisma domina i Guelfi e si prende un terzo posto che difficilmente lascerà da qui a fine stagione. I toscani, dal canto loro, tornano a Firenze con 104 punti subìti in due partite, molte meno certezze, e cominciano a guardarsi indietro con più di una preoccupazione.

Per l’attacco dei Giants, dopo che settimana scorsa è stato il Brown show, questa volta è stato il turno di Mark Simone a prendersi la scena: per lui 4 segnature e tanto spettacolo. Agli alto atesini è bastato un tempo per mettere la partita in ghiaccio, in cui sono arrivati 35 punti e l’impressione di poter graffiare ad ogni occasione. E’ proprio in questo reparto che si nota la differenza tra le due superpotenze e i Giants: 0 punti segnati contro Seamen e Panthers, 98 tra UTA e Guelfi. Secondo me le possibilità per poter sfruttare il talento offensivo anche contro le migliori difese del campionato ci sono, sta al coaching staff studiare e capire come…

La difesa dei Giants ha svolto  il suo usuale compito: dopo aver concesso un touchdown a Dawson e i Guelfi in apertura ha abbassato la saracinesca: due turnover provocati e poche yard concesse ad un reparto non certo privo di munizioni da sparare simboleggiano la solita “giornata in ufficio” di Ricchiuti & Co. Si continuerà certamente su questi livelli, attendendo con ansia i playoff.

Tra due settimane i Giants affronteranno tra le mura amiche dello Stadio Europa i Giaguari Torino: gli altoatesini sono strafavoriti, e non vorranno certo rischiare nulla per cementare il terzo posto.

Se per i Guelfi la netta sconfitta contro i Seamen poteva essere messa in preventivo non credo che i toscani si aspettassero lo stesso trattamento dai Giants: Dawson e compagni tornano da Bolzano con molti dubbi e ormai poche certezze.

L’attacco spettacolare visto all’opera nelle prime uscite stagionali è un ricordo sbiadito: nelle ultime due partite i Guelfi non sono più stati in grado di produrre big plays, sono arrivati diversi turnover e, inevitabilmente, pochissimi punti. In verità i toscani sono partiti bene, segnando un touchdown con Dawson in apertura, ma poi si sono spenti, e dopo aver lanciato un intercetto su Vescovini il quarterback colored non è più stato in grado di produrre con continuità. Urge correre ai ripari, e in fretta: ritrovare lo smalto è condizione necessaria per non farsi sfuggire un posto ai playoff che non più di quindici giorni fa sembrava ormai certo.

La difesa, senza Holshoe, è decisamente più vulnerabile. Più di cento punti subìti in due partite sono davvero troppi, non da squadra playoff. In difficoltà soprattutto la secondaria, che va aiutata, altrimenti si rischia di concedere a chiunque.

Per i Guelfi ora c’è una settimana di riposo, prima di affrontare la terza, terribile partita consecutiva: si va a Parma, contro gli imbattuti Panthers.

PANTHERS PARMA (4-0) – DOLPHINS ANCONA (2-4) 33-7

I Panthers vincono ancora, agevolmente, contro i Dolphins Ancona, facendo le prove generali per la super sfida ai Seamen di settimana prossima. I Dolphins perdono, ma dànno comunque l’impressione di essersi messi alle spalle la brutta sconfitta casalinga di settimana scorsa contro i Rhinos e di essere pronti a lanciare la volata playoff, anche se in salita.

L’attacco dei Panthers segna regolarmente nei primi tre quarti, poi molla il piede dall’acceleratore e gestisce, forse già con la testa ai Seamen. Monardi è però stato messo in difficoltà più volte dalla difesa ospite, dimostrando di essere molto più “umano” quando non gode di agio completo nella tasca. Malpeli Avalli, invece, è ormai una macchina da touchdown quando corre in goal to go situation mentre Duhram, seppur ben contenuto da Misher, ha trovato ugualmente il modo di andare a tabellino: non su ricezione, ma su passaggio. Ottime le prove di Alinovi e Polidori. Sono molto curioso di vedere (speriamo da qualche parte) quali sorprese e novità il coaching staff ha in serbo per i Seamen: di strumenti ce ne sono tanti, si può dar sfogo alla fantasia, prestando però particolare attenzione alla battaglia tra le linee, perché quella di difesa dei Seamen può creare ancora più grattacapi di quella dei Dophins.

Difesa come sempre solida e pronta: Dean non era un cliente comodo, ma i Panthers lo hanno arginato con facilità. Affrontare questo reparto senza un attacco completo (ai Dolphins manca un vero running game credibile) è davvero difficile, e i Dolphins hanno dovuto alzare bandiera bianca.

L’attacco di Ancona si dimostra troppo Dean dipendente, e contro una difesa come quella dei Panthers non è una formula vincente. La mancanza di consistenza nel running game ha obbligato il quarterback import a forzare le giocate troppo spesso, con risultati impalpabili. L’unico acuto è arrivato sul finale del primo tempo, quando Dean è riuscito a trovare Ruggio in end zone per il touchdown che quanto meno ha evitato lo shut out. L’impressione è quella che comunque si sarebbe potuto fare qualcosa in più.

La difesa dei Dolphins continua a piacermi: non pesantissima, ma molto diligente e veloce. Contro i Panthers però non c’è stato nulla da fare: troppe le armi a disposizione dell’avversario, impossibile contenerle tutte. Nonostante il poco peso, però, la linea ha messo in difficoltà in più di una circostanza Monardi, e la scelta di mettere Misher a uomo su Durham ha pagato. Contro attacchi più abbordabili il reparto è comunque in grado di poter mettere la propria impronta sulle partite.

Scesi ad un record di 2-4, per i Dolphins non c’è più grosso margine di errore: la prossima partita contro i Ducks, l’ultima in casa della stagione, è fondamentale. Bisogna vincere.

LIONS BERGAMO (2-3) – UTA PESARO (1-5) 20-24

Nella partita più spettacolare del weekend, almeno come andamento dell’incontro, UTA vince a sorpresa a Bergamo e riapre  completamente i giochi in chiave salvezza, inguaiando i Giaguari e costringendo anche le squadre a quota due vittorie, di cui i Lions fanno parte, a guardarsi indietro. Se per la lotta al vertice c’è poca suspence, per quel che riguarda gli ultimi posti playoff e retrocessione ora è piena bagarre.

Ai Lions, privi di Fimiani, non riesce l’ennesima rimonta stagionale. Sotto i 14 punti all’inizio gli orobici erano riusciti a rimettere in piedi e riacciuffare la partita per i capelli, ma stavolta sono stati loro vittime dell’ultimo, decisivo controsorpasso nei minuti finali.

Cory Soto, schierato nella sua  naturale posizione di quarterback in assenza di Fimiani, ha fatto vedere lo stesso mix di luci ed ombre intravistosi nelle battute finali della partita di Ancona. Alcune buone giocate, sia su passaggio che su corsa, ma anche alcuni errori, come i due intercetti lanciati, l’ultimo dei quali ha sancito la sconfitta dei suoi. Coach Rita ha provato a coinvolgere nel gioco offensivo anche Morris, schierandolo ogni tanto come quarterback in wildcat al posto di Soto, ma la sola sua presenza in campo era una sorta di “telefonata” per la difesa di UTA, che lo ha contenuto bene. Credo che il reparto giri molto di più con Fimiani, anche per la possibilità di utilizzare meglio Morris come skill player: la speranza dei Lions è dunque quella di rivedere il giovane quarterback in campo molto presto.

In difesa, i Lions hanno dovuto affrontare in due tempi due squadre diverse, visto che UTA ha utilizzato Germany in cabina di regìa nel primo e Fiordoro nel secondo, con dinamiche completamente diverse. Contro l’import hanno subìto in  avvio, concedendo 14 punti, per poi prenderne le misure. Contro Fiordoro han tenuto botta prima, per poi concedere i punti fatali sul finale. Neanche l’utilizzo di Morris come defensive back, nonostante abbia messo a segno un intercetto, è bastato ad evitare la sconfitta.

I Lions si complicano dunque la vita con questa sconfitta, che potrebbe vanificare il grande sforzo effettuato per riportare il record in parità dopo le sconfitte iniziali: il prossimo incontro, un altro scontro diretto contro i Rhinos, sarà di fondamentale importanza per le ambizioni di playoff dei bergamaschi.

UTA vince, e mi zittisco. Pochi giorni dopo aver dichiarato, nell’ultimo week in review, di aver praticamente  “gettato la spugna” sui pesaresi, Germany & Co. buttano il cuore oltre l’ostacolo e forniscono una prestazione tutta cuore che permette loro di muovere la classifica e riaprire completamente i giochi in chiave salvezza: se i marchigiani riuscissero a giocare l’ultimo mese di regular season sugli stessi livelli e con la stessa intensità di Bergamo ci sarà da divertirsi.

L’attacco double face, con Germany prima e Fiordoro dopo in cabina di regìa piazza la miglior prestazione stagionale, come i 24 punti messi a segno, solo 4 meno di quelli realizzati in totale nelle prime cinque partite, dimostrano. Le corse dell’import fruttano i primi 14 punti (il secondo TD anche con un pizzico di fortuna), i lanci di Fiordoro i restanti 10. Spada e Frazzetto salgono alla ribalta grazie alle loro ricezioni, e quando l’attacco gira innegabilmente dà fiducia alla difesa, che gioca meglio. Imperativo non fermarsi e continuare così, e per il coaching staff continuare su questo mix, scegliendo oculatamente chi utilizzare e quando a seconda dell’avversario di turno.

L’efficienza offensiva, come detto, aiuta anche la difesa, che tiene gli avversari a 20 punti e piazza giocate decisive, come l’intercetto di Quinn su Soto nel finale, a cementare la vittoria. La minore agilità di Soto rispetto a Fimiani ha permesso ad UTA di dedicare più attenzione a ricevitori e running back avversari, e negli uno contro uno ha tenuto molto meglio che in passato. La cosa più importante vista a Bergamo è la voglia di lottare, che sembrava un po’ persa nelle ultime due uscite. Pesaro dovrà continuare a fare affidamento sul reparto per provare a centrare la salvezza, che ora è possibile.

Dopo il turno di riposo gli UTA affronteranno in casa i Rhinos Milano, squadra in netta crescita. Non proprio l’avversario da preferire di questi tempi, ma sarà importante continuare a fare bene.

Dario Aviano

Foto Dario Fumagalli, Valentina Gallina, Andy King

Foto cover Valentina Gallina

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