WEEK in review / Second Bye Week

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SPECIAL EDITION (TECHNICAL INSIGHT BONUS)

Nel secondo bye week della stagione 2018 di Prima Divisione sono scesi in campo Dolphins Ancona e Seamen Milano, per il recupero della partita in programma alla prima giornata e rinviata per maltempo.

DOLPHINS ANCONA (2-2) – SEAMEN MILANO (3-0) 0-35

Sebbene i Dolphins arrivassero all’impegno forti di due vittorie consecutive, l’entusiasmo dei dorici non è bastato a fermare la corazzata milanese, che si è imposta con un netto 35-0, confermandosi imbattuta alla pari di Panthers Parma e Guelfi Firenze.

I Dolphins hanno retto per quasi un tempo, quando sullo 0-7 hanno subìto il touchdown di Xavier Mitchell, che con un ritorno di punt a tutto campo ha firmato l’allungo dei Seamen. Nel secondo parziale non c’è più stata storia, e lo score ha assunto proporzioni forse eccessive per i reali valori delle due squadre.

La difesa dei Seamen ha disputato un’ottima partita: contenere Dean non era affatto facile, ma il reparto è riuscito nell’impresa di tenere a zero i Dolphins azzerando lo scetticismo che si era creato dopo le disattenzioni del derby, in cui Ellison & Co. erano stati in grado di mettere a segno 25 punti e guadagnare parecchie yard. La linea ha dato un contributo fondamentale, dominando quella d’attacco di Ancona e non permettendo quasi mai a Dean di giocare in tranquillità. L’enorme pressione a cui è stato sottoposto il quarterback dorico ha fruttato due turnover, un intercetto e un fumble ricoperto, e l’attacco dei Dolphins non è quasi mai riuscito a giocare drive sostenuti e prendere ritmo. Linebacker e secondaria hanno mostrato la solita compattezza e solidità, mettendo in luce anche le doti di opportunismo di alcuni elementi: l’intercetto di Aletti ne è un esempio. Il cornerback dei Seamen ha pizzicato l’ovale di lanciato da Dean nello sviluppo di un gioco in cui il quarterback dorico era uscito dalla tasca in scamble e la difesa milanese giocava a zona: Aletti ha letto le intenzioni dell’avversario senza farsi “tirare nel gioco” dalla corsa esterna mostrata, riguadagnando la propria zona di competenza sul lancio e trovandosi pronto all’appuntamento con l’ovale.

Offensivamente ancora una volta i Seamen hanno faticato a mettere punti all’inizio dell’incontro, per poi dilagare sulla distanza: nel primo tempo è arrivato infatti dal reparto solo un touchdown, quello su corsa di Stillitano. La diligente difesa dei Dolphins ha concesso ai marinai guadagni medio-corti ma è stata in grado, almeno nel primo tempo, di chiudere i varchi nei momenti giusti. L’attacco guidato da Zahradka però è veramente completo, e alla lunga le tante armi a disposizione del suo arsenale hanno iniziato a sparare, e per i Dolphins non c’è stata storia. Interessante la scelta fatta nel running game: nell’analisi di settimana scorsa avevo appena scritto di come finalmente Bonaparte fosse diventato il feature back che il coaching staff dei Seamen ha deciso di affidarsi, almeno in apertura, a Stillitano, e il numero 33 ha ripagato la fiducia con il touchdown che ha sbloccato l’incontro. Alla fine la distribuzione degli snap offensivi nel backfield tra lui e Bonaparte è stata circa il 50 per cento a testa, ma la sua prestazione fa ben sperare: avere non uno, ma due runningback produttivi consente al coaching staff la possibilità di una gestione ottimale delle loro energie in modo da averli freschi anche sul finale di partita, e quando capiterà di essere punto a punto è condizione determinante per il successo.

Un aspetto che ho tenuto sotto controllo e sul quale ho scelto di focalizzare il mio “insight” sui Seamen è l’utilizzo di Mitchell. Il numero 14 è sicuramente in grado di produrre big play con traiettorie profonde, ma la sua più grande qualità è quella di correre palla in mano in campo aperto, e l’entusiasmante ritorno di punt in touchdown messo a segno nel secondo quarto lo dimostra. Il coaching staff dei Seamen ha disegnato diversi giochi del proprio playbook atti a consentire a Mitchell di poter sfruttare questo skill, e questo wide reciever screen ne è un esempio.

LA FORMAZIONE

I Seamen si schierano con quattro ricevitori di cui tre sul lato sinistro: Mithcell è il più esterno. Nel backfield c’è il solo Bonaparte, che Zahradka manda in motion chiamando lo snap.

DOPO LO SNAP

L’azione parte con Zahradka che finta un lancio a Bonaparte, di fatto “congelando” entrambi i linebacker dei Dolphins, che puntano il numero uno. La chiave è il linebacker esterno sul lato della trips che, seguendo la finta, non è pronto a ricevere il blocco del ricevitore più interno dei Seamen. Il secondo wide reciever va a bloccare il cornerback di fronte a sé, mentre Mitchell si stoppa e si gira all’interno per ricevere il lancio di Zahradka.

LO SCREEN

Dopo la finta su Bonaparte Zahradka si gira velocemente e lancia a Mitchell, che aspetta l’ovale. Nel frattempo gli altri due ricevitori, aiutati dalla finta, sono già pronti ad ingaggiare il blocco sui difensori dei Seamen in zona. Mitchell è solo quando riceve, e dallo scatto si può anche notare la grande porzione di campo disponibile per la corsa “after the catch”.

LA CONCLUSIONE

Mitchell infila il corridoio creatosi, prende la sideline e guadagna parecchio terreno, prima di essere fermato in extremis dall’intervento di Bugatti e MIsher. L’azione è stata il viatico per il secondo touchdown in giornata di Di Tunisi.

Marinai dunque sempre con il vento in poppa, e pronti ad affontare la prossima partita, che sarà davvero interessante: i Seamen infatti faranno visita ai sorprendenti Guelfi, in una sfida tra imbattute che promette scintille.

Per i Dolphins questa volta neanche Dean è riuscito a fare i miracoli: il forte quarterback, protagonista indiscusso nelle settimane precedenti, è stato imbottigliato dalla difesa dei Seamen, è l’attacco dorico non è stato in grado di mettere punti sul tabellone.

Dean è stato messo costantemente sotto pressione da uomini di linea e linebacker milanesi, e questa volta neanche la sua forte personalità è bastata per togliere le castagne dal fuoco a coach Rotelli. Sia l’intercetto subìto che il fumble perso erano forse evitabili, e scaturiti da giocate “forzate” di Dean, che a onor del vero non è stato sufficientemente supportato dai compagni di squadra come nelle partite precedenti: un paio di drop dei ricevitori e l’incapacità di sostenere un running game “credibile” hanno forse portato il quarterback dorico a cercare troppe volte e soluzioni personali, e in questi casi i risultati non possono che essere negativi.

Quello che ho visto forse provare troppe poche volte ai Dolphins è stata la run option: con le corse personali di Dean alternate a quelle dei runningback i dorici avrebbero potuto forse tenere più tempo in sideline i Seamen e trovare più ritmo in attacco. Un esempio di quanto sopra lo troviamo in uno degli ultimi drive dei Dolphins prima della fine del primo tempo, nel quale gli uomini in maglia verde erano riusciti, utilizzando anche la no huddle offense, ad arrivare profondi nel territorio dei Seamen. Una serie di errori e penalità hanno poi vanificato lo sforzo, ma quello è stato sicuramente il miglior drive anconetano dell’intero incontro.

LA FORMAZIONE

In situazione di terzo e uno i Dolphins giocano con 4 ricevitori e il solo Gatto nel backfield dietro a Dean. Nella option fin dall’inizio la lettura del quarterback è il movimento dell’uomo in piedi, nei pressi della linea di scrimmage, del play side, il lato in cui dovrebbe svilupparsi la corsa (nel cerchio rosso). Dietro la linea i Seamen schierano tre linebacker.

DOPO LO SNAP

Parte l’azione, e mentre Dean mette la palla a disposizione del proprio runningback osserva il movimento dell’uomo esterno dei Seamen, che va subito a chiudere verso il backfield di Ancona.

LO SVILUPPO DELL’AZIONE

A questo punto Dean (nel cerchio) decide di tenere palla e si infila nel buco creato dai compagni della linea, bravi ad andare a mettere a segno i blocchi al “secondo livello” sui linebacker sei Seamen.

LA CONCLUSIONE

Dean sfrutta le proprie doti atletiche per passare nel traffico, chiude il down e guadagna molto di più, fermato dopo quasi venti yard dall’intervento dei defensive back dei Seamen.

Con un’azione praticamente identica Dean aveva segnato il touchdown con cui i Dolphins avevano sbloccato la gara contro UTA al quarto down, e forse i dorici avrebbero potuto sfruttare di più questo tipo di giocate per impensierire i Seamen, anche se l’impresa sarebbe stata comunque tutt’altro che semplice.

In difesa i Dolphins hanno giocato la loro partita: nel primo tempo hanno retto agli assalti dei Seamen, e la concessione di un solo touchdown ne è la dimostrazione. La scelta di evitare i big play concedendo qualcosa sul medio/corto ha inizialmente pagato ma alla lunga, complice l’inefficienza offensiva, il reparto si è disunito e i Seamen hanno colpito a più riprese. Non è comunque in difesa che sono da ricercare i problemi che hanno portato a questa sconfitta, e sono sicuro che contro avversari più abbordabili il reparto possa risultare più quadrato e performante.

Il prossimo weekend i Dolphins avranno a disposizione un altro incontro casalingo: ad Ancona arriveranno i Lions Bergamo freschi della loro prima vittoria stagionale. Sarà una partita di fondamentale importanza per entrambe le squadre in ottica playoffs, che gli uomini di coach Rotelli non potranno assolutamente sbagliare.

Dario Aviano

Foto cover Claudio Bugatti

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