Neanche le ultime due partite di regular season, saltate per infortunio, hanno tolto a Mike Vannucci, numeri alla mano, la grande soddisfazione di imporsi come wide receiver numero 1 di tutto il Campionato Italiano Prima Divisione di Football Americano. Nelle sue otto partite, l’oriundo dei Guelfi Firenze, ha piazzato numeri irripetibili per qualsiasi altro pari ruolo: 882 yards guadagnate su ricezione, 72 prese vincenti sulla palla con una media inavvicinabile di 110 yards a partita (più della lunghezza di un campo da football); statistiche tali da farlo primeggiare anche nella classifica “all purpose” nonostante le sole 30yards macinate fra punt return e corse.
Ridurre però Mike Vannucci a dei meri numeri non sarebbe giusto, il numero 21 ha influenzato tutto il resto della squadra gigliata con una dedizione al lavoro ed una cura dei dettagli a dir poco maniacali. Il newyorkese ha dimostrato sin da subito di tenerci alla maglia viola, dando tutto anche in condizioni fisiche precarie pur di agguantare la tanto agognata salvezza dei Guelfi Firenze. Ecco dunque l’intervista di fine stagione all’ex William Paterson University:
Partiamo dall’infortunio: come sta adesso il tuo polso?
“Il mio polso sta bene. Mi sono operato lunedì a New York. Sinceramente erano 10 anni che avevo dei problemi all’articolazione ed il nuovo infortunio contro i Lions Bergamo mi ha spinto ad andare sotto i ferri. L’intervento è andato a buon fine, il polso sta guarendo in fretta e non avverto dolore”.
Qual è il tuo pensiero sulla stagione appena andata in archivio?
“Non mi piace perdere, mai. Odio uscire sconfitto anche quando gioco a monopoli con mia madre, figuriamoci se stiamo parlando di football. Comunque giocare per i Guelfi e far parte di una famiglia così affiatata ha reso la stagione molto meno negativa di quanto può raccontare il nostro record”.
Chi, fra i tuoi compagni di squadra, ti ha impressionato di più?
“Escludo da questo pensiero gli altri due import americani e anche Ross Stowers, che è un guerriero. Quindi dico che due miei compagni di ruolo come Federico Carboni e Vladimir Bemmo Pogo mi hanno veramente impressionato. Penso che il reparto ricevitori abbia funzionato molto bene e vedere i ragazzi crescere dalla preparazione fino alla fine del campionato è stato veramente appagante. Federico è un tipo tosto e Vlad è un atleta impressionante. Per quanto riguarda la difesa dico che Gabriele Zini ha veramente un gran motore, mentre Manuel Pallini è una montagna invalicabile! Assieme a loro voglio menzionare anche Marco Fanni, cresciuto molto durante la stagione. In generale ho avuto una grande impressione del livello del football americano giocato in Italia, sia da noi che dai nostri avversari. E’ stato un onore per me poter competere con questi ragazzi”.
So che non ti piace guardare molto alle statistiche individuali ma hai terminato la stagione con 4 primi posti: yards ricevute, media di yards ricevute a gara, maggior numero di ricezioni e all purpose. Ti va di spendere due parole su questo argomento?
“Vorrei solo che avessero portato a qualche risultato positivo in più per la squadra. In questi casi uno vede solo le statistiche ma io ho vissuto in prima persona tutto il percorso che mi ha portato ad averle: gli scatti in salita alle 5 di mattina e le centinaia di strade macinate di corsa nella morsa dell’inverno di New York City. Sono orgoglioso di me per come ho lavorato durante la preparazione in America”.
Adesso lasciamo per un attimo le questioni inerenti al terreno di gioco: cosa hai provato ad esplorare la nazione dei tuoi nonni?
“E’ stato fantastico. Sinceramente è difficile trovare le parole per descrivere questi mesi in Italia. Le persone sono incredibili e ogni luogo trasuda storia. Non ho avuto neanche una singola, brutta esperienza durante questo periodo nello stivale”.
Stai già pianificando la prossima stagione?
“Qualche squadra si è fatta avanti ma io continuo a credere che il viola sia il mio colore. I ragazzi sono fantastici e l’organizzazione impeccabile. Filippo Martelli (Vicepresidente della società, ndr) è una grande persone e si è sempre preoccupato di farci sentire a casa in questi mesi”.
Matteo Angiolini
Ufficio Stampa Guelfi Firenze
Foto Daniele Bettazzi