I Grizzlies tornano dalla deludente trasferta di Pesaro con la seconda sconfitta in altrettante giornate di campionato: senza nulla togliere al valore dell’avversario, che ha avuto il merito di saper sfruttare al massimo le doti dei suoi migliori giocatori italiani, sulla sideline romana le ragioni di questa debàcle sono senz’altro da attribuire alla quantità di falli commessi ed agli svarioni difensivi che hanno concesso agli avversari i 4 big play decisivi per l’esito dell’incontro. D’altronde le statistiche parlano chiaro: 17 penalità per un totale di 152 yards e 9 primi down concessi agli avversari, di cui 7 fra penalità e touch down.
Eppure i romani erano partiti alla grande con il ritorno di 87 yards dell’ex di turno Silot Pajan che, sul kickoff di apertura dell’incontro, grazie all’extra point di Bianco portava subito i suoi sul 7-0. La difesa asfissiante, messa in piedi da coach Orsi, non permetteva nessun avanzamento ai padroni di casa costringendoli al punt e permettendo così all’offense capitolina di rendersi subito pericolosa con le corse di Arca e Silot Pajan e siglando poi sull’asse Watkins-Dula per il parziale di 13-0 a cui seguiva l’addizionale stoppato dai padroni di casa. A questo punto arrivava la reazione degli UTA con il QB oriundo Venuto che coraggiosamente, nonostante il blitz del rapidissimo Fofanah sul cui contatto subiva un infortunio che lo avrebbe costretto ad abbandonare il campo, lasciava partire un lungo lancio sul quale si faceva trovare pronto Spada che si involava per un TD di 80 yards; era poi lo stesso Spada a siglare l’EP che portava il parziale sul 7-13. Sul ritorno di kickoff era di nuovo Silot Pajan a sorprendere lo special team pesarese: questa volta il “missile cubano” non riusciva ad arrivare fino in fondo ma permetteva alla sua offense di partire con un primo down a sole 11 yards dalla goal line avversaria; ma la ghiotta occasione veniva vanificata da una serie di falli che arretrava i romani costringendoli a un 4&18 dall’esito negativo. Sul successivo drive il QB Fiordoro non faceva rimpiangere la perdita di Venuto e, su una azione fotocopia della precedente, era ancora Spada a ricevere per il TD pass di 69 yards che a 57” dalla prima inversione di campo, complice l’extra point fallito dallo stesso Spada, portava il punteggio sul 13-13. Il secondo quarto di gioco era tutto di marca pesarese, con Fiordoro che pescava prima Spada, per il 20-13 (TD pass da 49 yards oltre all’extra point), poi Frazzetto per il quarto big play della giornata; l’ovale calciato da Spada per l’extra point si stampava sul palo portando le squadre al riposo sul punteggio di 26-13.
Coach Orsi approfittava della pausa per effettuare i necessari aggiustamenti difensivi ed i suoi giocatori mettevano in pratica, per tutta la seconda metà di gioco, azzerando completamente l’offense degli UTA, che non riuscivano più a chiudere neanche un primo down; dall’altra parte l’offense bluarancio andava subito a segno con una breve corsa di Watkins che, finalizzando un ottimo drive affidato alle ricezioni di Cinque e Ianniello riduceva le distanze sul 20-6, grazie all’extra point di Bianco. Con tutto il tempo a disposizione per effettuare il sorpasso l’offense romana non riusciva a capitalizzare una serie di ottime iniziative, sprecando consistenti guadagni di terreno a causa di numerose penalità e vedendo girare inesorabilmente le lancette dell’orologio senza riuscire a muovere il punteggio; si arrivava così a 2’45” dalla fine dell’incontro con i Grizzlies che, a seguito di un field goal fallito dal forlivese Spada, partivano dalle proprie 27 yards con un’ultima possibilità di rimonta: due primi down consecutivi su ricezioni di Ianniello e Avellini portavano i romani a ridosso della metà campo, ma a 1’13” dalla fine Watkins forzava i tempi cercando Dula sul profondo ed era bravo Kendall ad intercettare l’ovale spegnendo le residue speranze di rimonta dei Grizzlies e mettendo in cassaforte la prima vittoria stagionale per i neopromossi UTA.
I Grizzlies escono a dal Campo Scuola Respighi con la evidente delusione per quella che considerano una “vittoria mancata”, se a questo si aggiunge la consapevolezza di aver perso in un colpo solo, probabilmente per il resto della stagione, due ricevitori del calibro di Cinque e Gargano, in attesa di conoscere le reali condizioni del centro Silvestri, recuperato miracolosamente dall’infortunio al ginocchio patito nella prima giornata ed infortunatosi di nuovo allo stesso ginocchio, la sconfitta risulta ancora più pesante. Di positivo c’è da constatare l’ottima prova del QB Watkins, evidentemente più a suo agio su un fondo compatto, e la strategia offensiva messa in atto dal neo offensive coordinator Devon Dawson, particolarmente deluso dalle innumerevoli penalità che hanno frustrato il gioco offensivo dimostratosi a tratti molto efficace. Altro aspetto positivo è quello di aver recuperato due giocatori di linea di attacco esperti: Daniele Palazzini, già in campo a Pesaro dopo 3 anni lontano dai campi, e Matteo Rubano che, dopo aver scontato domenica una giornata di squalifica comminatagli nell’ultima partita del campionato 2015, è già tornato ad allenarsi con i propri compagni di squadra dopo un anno di stop per motivi lavorativi.
I Grizzlies hanno la possibilità di riscattarsi, già da domenica 26 marzo, alle ore 15, con una prova di orgoglio contro i Giants Bolzano nella partita dell’esordio casalingo: un impegno proibitivo contro una delle squadre di “prima fascia”, con i bolzanini sulla carta strafavoriti e gli orsi che, in qualsiasi caso, dovranno dimostrare di aver recuperato psicologicamente la sconfitta di Pesaro e di poter tornare ad essere una squadra organizzata, evitando di regalare yards di penalità agli avversari.
Ufficio Stampa Grizzlies Roma