Alla scoperta di Jordan Paul, il nuovo quarterback dei Giaguari

0

L’annuncio è stato dato già qualche tempo fa: il quarterback dei Giaguari Torino per la stagione 2017 di Prima Divisione sarà Jordan Paul.

La notizia dell’ingaggio di Kevin Arduino come allenatore in una high school texana ha impedito ai Giaguari di riconfermare l’import 2016, autore di un ottimo campionato e molto utile anche fuori dal campo, grazie alla sua ottima conoscenza del gioco e dei fondamentali.

La ricerca della figura in grado di sostituire Kevin partiva proprio dal presupposto di trovare un giocatore capace di portare in dote non solo un’ottima capacità tecnica ma anche un valore aggiunto per la costruzione dell’attacco giallonero, e Jordan è risultato essere il candidato migliore in questo senso.

In attesa di conoscerlo “dal vivo” (il suo arrivo è previsto in Gennaio), Jordan ci ha concesso un’intervista per conoscerlo meglio.

Scopriamo allora chi è Jordan Paul.

D: “Ciao Jordan, e grazie per la tua disponibilità. Raccontaci brevemente chi sei.”

J: “Ciao Dario, e grazie a te per l’opportunità di questa intervista. Sono di Brooklin, New York, e ho passato lì essenzialmente tutta la mia vita. Sono una persona estroversa e amo incontrare sempre nuova gente, mi piace molto stare in compagnia. Benedico la vita che ho fatto finora perchè ho avuto la fortuna di vivere diverse esperienze eccezionali. Una di queste, tra quelle che ricordo con maggior piacere, è stata quella di giocare a football all’Heinz Field Stadium, dove giocano le loro partite i Pittsburgh Steelers della NFL. E’ successo quando giocavo per l’Università di Gardner-Webb. Inoltre, una cosa che mi riempie d’orgoglio è l’essere riuscito a laurearmi in Comunicazione all’Università di Charleston.”

D: “Cominciamo a parlare di football ora. Quali esperienze hai avuto finora?”

J: “Ero un bambino che amava il basket, ed ero anche molto bravo, per cui non ho iniziato a giocare a football prima del liceo. E’ stato allora che ho dovuto prendere la decisione di scegliere se andare al college per il basket o per il football (negli Stati Uniti c’è un sistema di borse di studio per lo sport, ndr), e così ho scelto il football, sopratutto perchè sono stato selezionato da diverse scuole di Prima Divisione, tra cui Central Michigan, Albany, UMass, Delaware, Fordham, Norfolk State e Marist. Alla fine ho scelto Gardner-Webb su Marist e Hampton, che erano el altre due alternative che preferivo. Ho giocato due anni a Gardner-Webb sia come quarterback che come ricevitore, poi ho deciso di trasferirmi, e tra Marist e Charleston (che anche mi aveva selezionato alla fine del liceo) ho scelto quest’ultima. Lì ho vissuto un’esperienza fantastica, e sono anche stato uno dei giocatori migliori della squadra.”

D: “Quindi questa sarà la tua prima esperienza in Europa. Avevi qualche conoscenza del football europeo prima della chiamata dei Giaguari? Che aspettative hai per questa esperienza, da un punto di vista sportivo?”

J: “Si, questa è la mia prima esperienza oltre oceano, e non vedo l’ora di vedere tante cose diverse: ho sentito molti bei racconti sull’Europa. Qualcosa sul football europeo conosco, dal momento che ho un amico che ha giocato in Germania per i New Yorker Lions ed è rimasto piacevolmente colpito dalla propria esperienza. Inoltre, alcuni miei ex compagni di squadra hanno giocato in Svezia nella passata stagione ed anche loro si sono trovati molto bene.  Per quel che riguarda la seconda domanda, devo dirti che ho grandi aspettative per la stagione. Mi piacerebbe molto passare i miei mesi in Italia in modo soddisfacente ed allo stesso tempo desidero portare il titolo in casa Giaguari. Inoltre, spero di costruire un’ottimo rapporto con i miei nuovi compagni di squadra, gli allenatori e con tutte le persone che incontrerò a Torino”.

D: ” Come hai conosciuto i Giaguari, e in base a cosa hai scelto di accettare la loro offerta?”

J: “Ho conosciuto i Giaguari grazie al mio amico Lou Cotrone (il runningback oriundo della sqaudra e della nazionale, ndr). Conosco Lou dai tempi del liceo, dove abbiamo giocato insieme, e avremmo potuto anche giocare insieme alla Marist University, se ci fossi andato. Lou ha saputo delle problematiche occorse alla lega professionistica Australiana, dove avrei dovuto giocare, e ha pensato di raccontarmi dei Giaguari e ha parlato di me ai coach e alla dirigenza. Così sono stato contattato da coach Riccardo Merola, e parlando con lui ho fin da subito apprezzato l’ambiente. Riccardo ha fatto un ottimo lavoro nel raccontarmi della squadra e ho capito che a Torino avrei incontrato delle belle persone. Ho scelto i Giaguari dopo aver parlato al telefono con coach Don Papasodero: aveva da dirmi solo cose positive sui Giaguari e sulle persone che ne fanno parte, proprio il tipo di cose che volevo sentire. Così potrò alla fine giocare di nuovo insieme al mio amico Lou”.

D: “Quale è il tuo stile di gioco dalla posizione di Quarterback? Quali pensi siano le tue migliori qualità?”

J: “Posso dire di essere un “dual threat” quarterback. Penso sempre prima al gioco di passaggio che non a correre, ma quando non c’è niente sul piatto uso le mie doti da corridore per portare a casa una buona giocata per il mio attacco. Le mie qualità migliori sono quelle di essere capace a leggere le difese e di lanciare touchdown! Quando devo, però, nel correre sono bravo ad eludere i placcaggi dei difensori: mi piace molto anche questo, ma prima di tutto, come detto, penso al gioco di passaggio.”

D:” Sarà la tua prima volta in Italia. Che percezione hai del nostro paese e degli italiani come persone?”

J: “Non ci sono mai stato, ma ho sentito tante cose in merito al fatto che sia un posto fantastico. Il liceo che ho frequentato si trova in un quartiere italiano, per cui alcuni già li conosco e so che sono persone molto piacevoli, ed anche molto divertenti!”

D: ” Jordan, ancora grazie per il tempo che ci hai dedicato e per esserti fatto conoscere. Non vediamo l’ora di poterti conoscere di persona e cominciare con te il lavoro sul campo. A prestissimo!”

J: “Grazie a te Dario per l’intervista. Anche io non vedo l’ora di incontrare tutti voi e sopratutto non vedo l’ora di portare il titolo italiano ai Giaguari e a tutta la comunità di Torino. A presto!”

 

Jordan è un ragazzo semplice ma dalle idee molto chiare. Sente che per il suo carattere l’esperienza italiana potrà dargli molto dal punto di vista personale, ma il football è in ogni caso la sua priorità, e farà di tutto per portare i Giaguari il più in alto possibile.

 

Ufficio Stampa Giaguari Torino

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here