Grandi manovre nel settore giovanile GLS Dolphins

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Coach Imparato si presenta ed illustra i programmi

Ancona – Le ultime stagioni dei GLS Dolphins sono state segnate dalla forte attenzione riversata dalla società dorica verso la promozione del football americano e la formazione di un vivaio strutturato. Non più solo una formazione Under 19 ma anche una Under 16 ed una Under 13 con uno sguardo attento anche verso i bambini. Corsi di formazione per insegnanti, visite ed assistenza alle scuole medie e superiori, tornei studenteschi e visite didattiche in scuole elementari e persino negli asili. Queste le strade segnate nelle ultime stagioni che anche quest’anno verranno battute con la ferma intenzione di trasmettere ai giovani i principi sportivi ma anche formativi di uno sport come il football americano.

Poi succede che nelle manifestazioni promozionali o nelle visite scolastiche si riesce a creare attenzione, interesse nei giovani e che questi si presentino al campo da allenamento (Stadio Mandela – Via della Montagnola tutti i lun–merc–ven dalle 20.00 alle 21.30). Ed è questo se vogliamo il nodo più delicato del reclutamento di giocatori: accoglierli adeguatamente trasformando l’attenzione in impegno, l’interesse in passione.
Questo ruolo delicatissimo, in America lo definiscono “welcome coach”, in casa Dolphins è assolto da figure di esperienza una delle quali è quella di coach Roberto Imparato.
Imparato, classe ’65, è stato uno dei fondatori nel 1983 degli allora CUS Dolphins Ancona e dopo oltre venticinque anni di assenza dal campo è rientrato nello staff tecnico del sodalizio marchigiano.

«Vero. ho iniziato nel 1983 attirato dai primi allenamenti alla “Lunetta” al Parco della Cittadella di Ancona. Eravamo un gruppo molto eterogeneo di ragazzi che provenivano dalle diverse realtà sportive e politiche ma in breve siamo diventati una squadra unita e coesa, con momenti di puro divertimento sia in campo che fuori. Prova ne é che a distanza di trentacinque anni molti di noi sono ancora uniti da una profonda amicizia e fratellanza, con periodiche riunioni a carattere ludico ma improntate sempre da un profondo senso di appartenenza».

Rientrare dopo così tanto tempo…

«Diciamo che sono stato lontano dal football ma non dallo sport, con esperienze in altri sport. Ho sentito il bisogno di “tornare alle origini” e rimettermi in gioco partendo “dal basso”, dalle squadre giovanili. Un progetto nuovo e sperimentale che è diventato qualcosa di serio e concreto con la consapevolezza che “crescendo” i giovani a questo fantastico sport si possa creare una solida base per portare ancora avanti il progetto Dolphins. Il mio rientro é stato agevolato dal fatto che mi sono ritrovato a lavorare, questa volta sulla sideline con moltissimi miei vecchi compagni di squadra, che condividono la stessa passione».

Lavorare con i giovani oggigiorno non è facile. O sbaglio?

«E’ davvero molto stimolante perché credo che plasmare un giovane che non ha mai giocato a questo sport trasformandolo in giocatore sia la massima aspirazione per ogni allenatore. Oltre che al mero gesto tecnico cerchiamo di infondere al ragazzo il senso di squadra, di disciplina e di sacrificio che questo sport richiede. Senza presunzione cerchiamo di contribuire a farli crescere come atleti ma soprattutto come uomini».

Grazie ai rapporti di interscambio dei GLS Dolphins ad agosto hai seguito il camp di un college USA come “ghost coach”.

«E’ stata un’esperienza davvero molto positiva e ringrazio sia il Wartburg College, Iowa, nella persona dello straordinario coach Rick Willis, sia la dirigenza dei Dolphins Ancona per avermi dato questa opportunità. Naturalmente il modello universitario statunitense e’ difficilmente applicabile alla realtà del italiana e direi anche europea, ma molti spunti saranno senz’altro utili e proficui se “tradotti” ed applicati sul campo ai nostri ragazzi. Sono tornato carico di emozioni nuove e di stimoli sia per aver avuto l’occasione di conoscere uno staff davvero affiatato, coeso e soprattutto molto ma molto preparato, sia per aver appreso nuove metodologie di allenamento che sto già provando ad applicare alla squadra direi con risultati al di la di ogni più rosea aspettativa. Credo che ogni tecnico che si vuole mettere in discussione e soprattutto voglia accrescere il proprio bagaglio di cultura sportiva debba fare questo tipo di esperienza».

Veniamo ai programmi di questo anno sportivo, cosa c’è in serbo per i tuoi ragazzi?

«Abbiamo strutturato assieme al dirigente responsabile Massimo Cilla un programma tecnico molto goloso. Per ora sia la Under 16 che i più piccoli resteranno nell’ambito flag football (il football giocato senza contatto) con un torneo, che presenteremo a breve, che ci vedrà competere con i pari età di Perugia, Forli e Pesaro. Concluso questo da metà gennaio esploreremo anche con i piccoli il mondo del tackle football con casco ed attrezzatura, un passaggio importante che affronteremo anche con il contributo dei giocatori americani che arriveranno per il prossimo campionato di Prima Divisione. Ci stiamo preparando – chiude coach Imparato – proprio per far si che questo passaggio tecnico sia il più naturale possibile con la speranza di vedere tra pochi stagioni i ragazzi che alleniamo in Under 19 prima ed in prima squadra poi».

Ufficio Stampa Dolphins

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