Cisalfa Seamen a stelle e strisce

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C’era una volta l’America. Quella dei Cisalfa Seamen, nel 2016, era totalmente diversa dall’attuale. L’America dei Marinai è oggi costituita da un nucleo di atleti di grande livello, oltre che numeroso come non mai. Contro i Berlin Rebels, nel debutto nella massima competizione continentale, la Milano blue navy potrà contare in campo su sei atleti import, cinque tesserati come americani, uno come oriundo, oltre che su un coaching staff nel quale il canadese Tony Addona e lo statunitense Randy Beverly JR sono le novità più importanti. Nel big match di Sesto San Giovanni le squadre schiereranno tre americani per ogni azione che, considerata l’”italianità” di Luke Zahradka, potrebbe permettere ai padroni di casa di disporre in attacco, all’occasione, di quattro giocatori di scuola USA. Proprio il quarterback del Blue Team, originario di New York, per lui un passato nella Bentley university e una lunga militanza europea con diverse casacche, sarà chiamato a dirigere le operazioni offensive potendo contare sulla classe di Reece Horn, ricevitore che può vantare una pre season con la maglia dei Tenessee Titans e sulle portate di Brock Jones, runner dall’università di Gannon, capace di cogliere il riconoscimento di miglior giocatore offensivo della sua conference nel 2014. In difesa occhi puntati su Paul Morant, poliedrico e fenomenale defensive back con licenza di occupare il ruolo di punter returner e vari ruoli d’attacco, sul linebacker Tyler Drake, ex Penn university, vincitore nel 2015 della Ivy League’s As S. Bushnell Cup e su Solomon St. Pierre, da South Dakota college, corner back capace di mettere insieme 21 intercetti in 24 partite disputate nel college football (NCAA II division) che gli ha valso un invito per il camp dei San Diego Chargers. Con Tony Addona e il suo staff sul ponte di comando i Cisalfa Seamen sono pronti a prendere il mare anche in Europa con una bandiera tricolore e una a stelle e strisce in bella mostra sull’albero maestro.

Ufficio Stampa Seamen Milano

Foto Dario Fumagalli

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